La Lettera del
card. Tettamanzi agli sposi in situazione di separazione, divorzio e nuova unione,
ribadisce i contenuti del Magistero, ma colpisce per lo stile pastorale e rappresenta
uno stimolo a colmare un ritardo tutt'ora esistente nel tessuto ecclesiale. L'impossibilità
di accedere alla comunione non implica un giudizio 'sul valore e la qualità della
relazione' e neppure l'esclusione 'da una vita di fede e di carità vissute all'interno
della comunità ecclesiale'.