I vescovi della Bolivia vedono con fiducia il processo di cambiamento nel Paese
Il dialogo in Bolivia tra il governo del presidente Evo Morales e i massimi responsabili
delle prefetture “risponde alle profonde attese del Paese, stanco dei tanti scontri,
dolori e lutti sofferti negli ultimi tempi”. E’ quanto scrivono i vescovi della Bolivia
in una nota del Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale al termine
della riunione svoltasi a Santa Cruz. Nel documento intitolato “Dialogo per il consenso”,
i presuli si dicono fiduciosi ed esprimono “speranza nel processo di cambiamento che
sta attraversando il Paese”. Speranza per il dialogo e fiducia affinché questa iniziativa
possa portare “a risultati concreti”. Il riferimento dei vescovi riguarda i colloqui,
che lunedì si sono aperti tra il governo di Evo Morales e i responsabili delle nove
prefetture in cui è suddiviso il Paese. Alcuni prefetti, quelle delle aree più industrializzate
della Bolivia, da molto tempo contestano duramente diversi aspetti della politica
del presidente e, in particolare, non condividono l’impianto della nuova carta costituzionale
che dovrà essere sottoposta a referendum entro il 14 marzo. Cinque di questi dipartimenti
chiedono uno Statuto autonomo e, al tempo stesso, rifiutano i parametri che il governo
ha fissato per la distribuzione dei proventi dell’industria energetica. I vescovi
scrivono che è necessario assumere “atteggiamenti di autentico spirito di ascolto,
di rispetto, di ricerca del bene comune e della verità, non come strategia di opposizione
e di inganno”. Nella nota si ribadisce inoltre che “il dialogo sincero richiede un
consenso reale, possibile grazie alla partecipazione di tutti”. Rivolgono pertanto
un appello ad “approfondire il dialogo e a compiere tutti gli sforzi per raggiungere
risultati positivi”. Secondo i vescovi, la risposta a questi problemi è la responsabilità
di tutti, non solo delle autorità. “Ognuno deve assumere atteggiamenti di tolleranza
e rispetto, senza cedere alle tentazioni dello scoraggiamento, delle provocazioni
o delle pressioni di gruppi estremisti”. “Come pastori – conclude la nota episcopale
- seguiremo con attenzione lo sviluppo di questo processo e continueremo la nostra
missione di orientamento alla luce della fede nel Signore che è venuto a portare vita
in abbondanza per tutti”. (A cura di Luis Badilla)