Appelli di pace in Sri Lanka del nunzio apostolico e di altri capi religiosi
"È tempo di costruire ponti di pace e riconciliazione tra nord e sud, tra est e ovest
del Paese”: è l'appello di monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Sri Lanka,
dopo la ripresa degli scontri tra esercito regolare e ribelli separatisti delle Tigri
per la liberazione della patria tamil (Ltte). Il conflitto che da 25 anni continua
nel nord e nell’est dell’isola ha “interrotto le vie della comunicazione umana, portando
divisioni e scavando fossati tra persone, gruppi, etnie”. Secondo mons. Zenani si
tratta di un “dramma”. “In un anno segnato dall'interruzione della tregua e dalla
ripresa del conflitto su vasta scala, la comunità cattolica, i vescovi, i sacerdoti,
i laici - ha proseguito il nunzio - sono chiamati ad essere un segno di speranza in
mezzo alla violenza, alla povertà e allo sfruttamento”. Numerosi appelli alla pace
e alla preghiera sono stati formulati negli ultimi giorni dai capi religiosi nell’ex-Ceylon.
“La guerra e la violenza non sono vie per ottenere una pace durevole; occorre trovare
una soluzione politica alla crisi”, ha detto pochi giorni fa monsignor Oswald Thomas
Colman Gomis, arcivescovo di Colombo. Anche altri esponenti cristiani, come il vescovo
anglicano di Colombo, Duleep de Chickera, hanno condannato ogni violenza contro la
popolazione civile e invitato i governanti a risolvere i problemi in modo pacifico.
Finora sono stati stimati circa 70 mila morti dall’inizio della guerra civile. Anche
stamattina c’è stato un altro raid aereo da parte dell’aeronautica militare su alcune
basi dei ribelli. (C.C.)