STATI UNITI/MESSICO Incontro annuale dei vescovi delle diocesi di frontiera sull’immigrazione
LAREDO, 21 gen ’08 - Il trattamento spesso disumano riservato agli immigrati
clandestini respinti alla frontiera degli Stati Uniti, la preoccupante condizione
dei minori stranieri non accompagnati, il problema della legalizzazione dei clandestini.
Si è parlato soprattutto di questo al recente incontro annuale dei vescovi delle diocesi
frontaliere messicane e statunitensi sulla migrazione e la mobilità umana. Un appuntamento
ormai fisso per un confronto a tutto campo sul problema dell’immigrazione nella zona
di frontiera tra i due Paesi e gli eventuali aiuti che la Chiesa, unitamente ai governi
e alla società civile, possono dare alle persone costrette ad emigrare. Durante la
sessione, svoltasi a porte chiuse a Laredo, in Texas, i vescovi hanno incontrato rappresentanti
delle autorità messicane e statunitensi coinvolte a vario titolo nella gestione dell’immigrazione.
Dal confronto è emerso un quadro sconcertante, come hanno riferito diversi partecipanti
al “South Texas Catholic”, il quotidiano della diocesi di Corpus Christi. “La cosa
più sconvolgente - ha raccontato mons. Patrick J. Zurek, nuovo vescovo di Amarillo
- è stata di apprendere che spesso i messicani rimpatriati vengono letteralmente ‘scaricati’
appena oltre il confine”. Tra questi anche numerosi minori, abbandonati al loro destino
e quindi esposti al rischio di entrare nel giro della prostituzione o della droga.
Le preoccupazioni dei vescovi statunitensi e messicani riguardano due aspetti del
problema: l’atteggiamento della popolazione verso gli immigrati e le politiche dei
governi. Per quanto riguarda questo secondo aspetto, ha spiegato mons. Renato Ascencio
León, vescovo di Ciudad Juárez e membro del Pontificio Consiglio per i migranti e
gli itineranti, “il problema maggiore è quello di trovare un modo di legalizzare i
clandestini negli Stati Uniti”. (CNS - ZENGARINI)