2008-01-20 15:49:09

Elezioni a Cuba per il rinnovo dell'Assemblea nazionale


Oggi, 8 milioni e 400 mila cubani sono chiamati a celebrare il più importante rituale politico del Paese: l’elezione dei 614 membri dell'Assemblea nazionale. Il parlamento unicamerale eleggerà poi 31 dirigenti del Consiglio di Stato, che a loro volta sceglieranno il presidente, i ministri e altre rilevanti cariche pubbliche dell'isola. Questa volta però, accanto a molte tradizioni collaudate in quasi mezzo secolo, ci sono alcune novità. Il servizio di Luis Badilla:RealAudioMP3


Almeno 374 candidati, il 60 per cento, sono nati dopo il 1959. Altri 134 al momento del trionfo della rivoluzione castrista erano bambini. Tra i candidati, la presenza delle donne è significativa e più di tre quarti di loro ha un'elevata preparazione culturale: tutti laureati universitari. Infine, c'è anche il ruolo del tutto inedito che si trova a ricoprire il presidente Fidel Castro, che pur essendo uno dei candidati, viste le sue precarie condizioni di salute sembra destinato ad una leadership più carismatica che esecutiva, di "grande patriarca", sotto il cui vigile sguardo si apre formalmente la transizione verso il cosiddetto "dopo Fidel". Non c'è dubbio che il Partito comunista sia il vero erede del "fidelismo" e il suo compito da oggi in poi sarà quello di guidare, senza scosse e nella continuità ideologica, il passaggio verso una nuova tappa sulla quale pesano incognite, le cui risposte non sono ancora state delineate: il rinnovamento tramite “aggiustamenti ragionevoli”, senza mettere in discussione il modello storico, oppure la “svolta”, non tanto del passaggio dalla cosiddetta “democrazia popolare” a quella rappresentativa, bensì alla strutturazione di una modernizzazione che consenta la coabitazione di un’economia capitalista con l’egemonia politica del partito unico. In questo contesto, il ruolo del presidente ad interim, Raúl Castro, ministro della Difesa, acquista una rilevanza di prim'ordine e con lui le potenti Forze armate che, tra l’altro, hanno un peso notevole nel sistema economico. Per ora, tutti, senza eccezioni, sembrano concordi nell’affermare due cose: il Paese ha bisogno urgente di cambiamenti radicali, ma devono essere decisi dall’interno, senza ingerenze e senza violenza. Ed è questo anche l’auspicio della comunità internazionale, in particolare di quella latinoamericana. Le sfide della nuova classe dirigente che sarà scelta oggi sono gigantesche, non solo perché occorre trovare un equilibrio politico che apra in modo irreversibile - seppure nella continuità del modello - nuovi spazi di democrazia e di pluralismo, ma perché occorre anche dare risoluzione ai molti problemi economici. Da un lato, più risorse per migliorare le precarie condizioni di vita di milioni di cubani che non hanno beneficiato dello sviluppo e, dall’altro, riequilibrare le iniquità sociali che hanno alzato un muro tra una piccola parte della popolazione, che gode dei benefici dell’industria turistica, e la stragrande maggioranza del popolo che ne è esclusa.







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