In Sri-Lanka la Caritas contro l’aborto: “un’inaccettabile strage”
Sono 700 al giorno gli aborti praticati in Sri Lanka, 250mila l’anno. Contro “questa
strage inaccettabile” si batte in prima fila la Caritas locale, che trova l’appoggio
anche delle altre strutture religiose. Con diversi programmi e iniziative l’organizzazione
cattolica cerca prima di tutto di sensibilizzare le donne sul tema dell’interruzione
di gravidanza, portandole a conoscenza anche delle alternative possibili e dei modi
per evitarla. Tra le cause principali che spingono all’aborto vi sono “l’ignoranza,
un’errata vita sessuale e una scarsa conoscenza del problema”, ha affermato p. Damian
Fernando della Caritas locale all’interno di un recente incontro sulla questione dell’aborto
in Sri-Lanka. “Di tutti gli aborti praticati – ha proseguito padre Fernando - il 94
per cento riguarda donne sposate, e il 4 per cento sono studentesse”. “E’ molto importante
sensibilizzare le donne sul lato oscuro dell’aborto, sulle tecniche usate, sulle conseguenze
psicologiche e spiegare con chiarezza che si tratta di un omicidio”, hanno aggiunto
il metodista Sisil Oscar e il monaco buddista Rathanajothi Thero presenti all’incontro.
Gli incontri anti-aborto andranno avanti in altre diocesi. Suor Kathleen Fleming,
del desk Donne della Caritas, lancia un appello perché “tutti proteggano la vita”.
Ricorda infine che “in tutto il Paese vi sono case gestite dalla Chiesa che accolgono
i bambini indesiderati e se ne prendono cura”, senza bisogno di ucciderli. (C.C.)