2008-01-19 15:51:40

Giovani indonesiani di diverse fedi manifestano contro la crescente intolleranza religiosa nel Paese


Giovani cristiani, indù e musulmani di una trentina di associazioni giovanili indonesiane hanno manifestato nei giorni scorsi per dire basta alle violenze a sfondo religioso che hanno segnato il Paese nell’anno appena trascorso e per riaffermare il principio della pacifica convivenza tra le religioni. “Siamo differenti ma siamo sempre indonesiani”, “le religioni sono contro la violenza”, “l’Indonesia non è uno Stato confessionale” sono stati alcuni degli slogan risuonati per le strade della città di Yogykarta, a sud-est di Giakarta. Le 30 associazioni, tra cui la “Gioventù cattolica”, hanno deciso di costituire l’Alleanza per un’Indonesia pacifica (AJI Damai) e diffuso una dichiarazione in cui chiedono al presidente della Repubblica Susilo Bambang Yudhoyono “di garantire il pluralismo religioso sancito dalla Costituzione e la libertà di fede di tutti i cittadini” e di “difendere l’unità della Nazione, senza piegarsi alle pressioni di movimenti che considerano altri gruppi come sette deviate legittimando i propri atti di violenza in nome della religione”. In questi ultimi anni si sono moltiplicati in Indonesia gli atti di intolleranza. Tra i bersagli anche i cristiani. Secondo un recente rapporto della Conferenza episcopale e delle Chiese protestanti indonesiane fra il 2004 e il 2007, 108 edifici cristiani, muniti di regolare autorizzazione per il culto, hanno ricevuto minacce o sono stati costretti a chiudere i battenti a causa delle manifestazioni di gruppi fondamentalisti. I musulmani in Indonesia sono circa l’85 per cento della popolazione di 220 milioni di abitanti, mentre i cristiani rappresentano in totale il 10 per cento di essa. I cattolici sono circa 6 milioni. (L. Z)







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