La speranza fissa la vita nell’eternità: così il cardinale Bertone ai sacerdoti genovesi
Il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, si è soffermato ieri
sull’enciclica "Spe Salvi" concentrandosi sull’intreccio tra fede e speranza: il porporato,
rivolgendosi ai sacerdoti di Genova per sviluppare il tema “Dio e l’uomo speranza
del mondo”, ha detto che “ogni azione di questa vita si fissa nell’eternità”. Il cardinale
ha anche sottolineato che la speranza cristiana, definita “l’attesa di una prospettiva
possibile”, è “sicurezza che indica la strada della salvezza”, “virtù che apre al
trascendente”. “Tutti gli uomini e le donne – ha aggiunto – non possono vivere senza
sperare”. E la speranza del Risorto – ha spiegato il porporato - è la certezza del
“compimento di qualcosa che è già iniziato”, una delle “forme basilari dell’esistenza
umana”. Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo del capoluogo ligure e presidente
della CEI, ha dato il benvenuto al segretario di Stato e lo ha ringraziato per la
scelta del tema, "quanto mai opportuno nel tempo attuale", in un mondo bisognoso di
riscoprire il senso ultimo dell’esistenza e “una luce che ci faccia guardare al futuro”.
"Questa luce e la speranza cristiana – ha osservato il cardinale Tarcisio Bertone,
che ha guidato l’arcidiocesi ligure dal 2003 al 2006 – possono essere trovate in numerosi
piccoli segni anche nella vita quotidiana, anche in mezzo alle delusioni dalle quali
la vita di un sacerdote non è esente. I cristiani sono quindi chiamati a costruire
il futuro nella consapevolezza che “Dio è il nostro tutto”: come ci insegna Benedetto
XVI nell’enciclica "Spe Salvi" – ha concluso il segretario di Stato – dobbiamo “attendere
nella consapevolezza che la giustizia di Dio saprà portare luce dove ora sembra essere
assente”. (A.L.)