La condanna di mons. Warduni per l’ennesimo attacco contro una chiesa in Iraq
"Un atto barbaro perpetrato da terroristi, da gente senza fede” contro "una chiesa
simbolo non solo per i cristiani ma anche per i musulmani". Così il vescovo ausiliare
di Baghdad, mons. Warduni, condanna – attraverso l’agenzia SIR - l’attacco bomba condotto
ieri contro la chiesa caldea dell’Immacolata nella parte vecchia di Mosul, che ha
provocato almeno due feriti. Dalle informazioni che arrivano dal Paese del Golfo,
la deflagrazione avrebbe causato lievi danni al muro esterno del luogo di culto, peraltro
già attaccato nel 2004. Come ricorda l’agenzia AsiaNews, si tratta del “quinto attentato
contro obiettivi cristiani in soli 11 giorni”, verificatisi a Bagdhad, Kirkuk e Mosul.
Secondo Mons. Wardun, l’attacco, come quelli precedenti, è una chiara dimostrazione
del fatto che in Iraq non vi sia sicurezza e mira soprattutto ad intimorire i cristiani,
impegnati da sempre – ha detto – “a favore della tolleranza, del dialogo e della riconciliazione
nel Paese”. Proprio questo impegno è stato rinnovato durante il digiuno di Ninive,
ricorrenza celebrata dalla chiesa Caldea nei giorni scorsi. Purtroppo - ha notato
il presule – “le chiese erano semivuote proprio per paura di attentati”. Tuttavia
– ha aggiunto – “andiamo avanti lo stesso per il bene di tutto l’Iraq”. Mons. Warduni
definisce poi “una favola” le stime del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che vedono
per il 2008-2009 una crescita del Pil iracheno di oltre il 7%. La situazione nel Paese
è difficile – afferma - la popolazione non ha disponibilità economiche per comprare
il cibo. Fa molto freddo e c’è carenza di carburante e l’energia elettrica è erogata
solo poche ore al giorno. “In Iraq – conclude - mancano le infrastrutture. Senza di
queste non ci può essere ripresa e ricchezza diffusa”. (A cura di Eugenio Bonanata)