Italia: sindacati verso lo sciopero generale sulla questione dei salari
In Italia indetta una giornata di mobilitazione per il 15 febbraio che, in caso di
risposte del governo ritenute insufficienti, potrà trasformarsi in uno sciopero generale.
Lo hanno annunciato stamattina i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, riuniti a
Roma per i direttivi unitari. Le dichiarazioni dei leader sindacali giungono all’indomani
della diffusione dei dati Istat che hanno messo in luce le difficoltà con cui vivono
le famiglie italiane, soprattutto quelle numerose e quelle monoreddito. Secondo l’Istat
le entrate di una famiglia su due non superano i 1900 euro mensili. Marco Ravalico
ha sentito Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl:
R. –
Aumentano le difficoltà per riuscire a combinare le tante esigenze familiari per quelle
famiglie che hanno i figli, ma che hanno anche difficoltà con gli anziani o con altre
persone. Grande preoccupazione, e per noi anche la necessità, che questo tema delle
tutele dei redditi delle persone che lavorano, ma delle famiglie in generale, diventi
un tema sul quale si interviene, guardando anche alle migliori esperienze europee,
nelle quali la famiglia è maggiormente tutelata.
D.
– I dati diffusi ieri parlano di una differenza tra il centro-nord e il sud dell’Italia,
una realtà abbastanza asimmetrica...
R. – Purtroppo
è un dato che dura da tempo, ma che peggiora. Piove, dunque, sul bagnato, potremmo
dire. Allora, noi non possiamo accettare una situazione di questo genere, sempre più
pesante, sempre più difficile, una vera e propria frustata, senza fare nulla. Il sud
vive naturalmente un problema di crisi dello sviluppo più generale, che non riguarda
solo le famiglie, ma si ripercuote pesantemente sulle famiglie che sono in una situazione
di povertà e quindi di difficoltà ad andare avanti. Noi facciamo un grande appello,
perché si esca da questa situazione, coordinando le competenze del governo, delle
regioni, degli enti locali, per dare al sud quello sviluppo, per utilizzare bene i
fondi che in questi anni sono a disposizione, sia europei, che nazionali, perché se
non c’è sviluppo, non si riesce a tirar su i livelli di reddito e, quindi, non si
riesce a dare una risposta a questa domanda forte, di giustizia sociale che viene
dalle famiglie.
D. – Quindi, secondo lei la direzione
da intraprendere è quella di un maggior utilizzo delle risorse che già ci sono e di
una maggiore collaborazione tra le istituzioni...
R.
- Dobbiamo saper usare meglio queste risorse. Paesi a noi vicini come la Spagna e
la Grecia, in questi anni hanno costruito su questo dei tassi di crescita dell’economia
e dei redditi impressionanti. Nel nostro Paese purtroppo queste risorse vengono per
lo più usate in modo frammentario e alla fine inefficace.