L' inaugurazione dell'anno accademico dell' Università "La Sapienza". Il rettore dell'Ateneo,
il sindaco di Roma e gli studenti amareggiati per l'assenza di Benedetto XVI.
Un no all’intolleranza che impedisce di esprimere un’opinione e un generale rammarico
per una inaugurazione che, secondo il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha perso l’opportunità
annoverare tra gli altri un intervento di grande rilievo. E’ quanto è stato ribadito
a più voci stamani, all’università di Roma “La Sapienza”, durante la celebrazione
di apertura del 705.mo Anno accademico. Sia il rettore dell’ateneo, Renato Guarini,
sia la rappresentanza degli studenti hanno manifestato dispiacere per gli avvenimenti
che hanno portato a questo epilogo. Increscioso l'episodio che ha visto coinvolto
mons. Enzo Dieci, uno degli ausiliari della diocesi di Roma. Il presule, che avrebbe
dovuto celebrare la Messa nella Cappella universitaria, è stato bloccato all'esterno
della cinta universitaria dai manifestanti. La cronaca della giornata nel servizio
di Alessandro De Carolis:
Una sala
gremita con le massime autorità accademiche e civili sedute ai loro posti e fra di
esse un vuoto, invisibile, ma evocato a più riprese, al di là delle ideologie, fino
a diventare fisicamente percepibile e percepito in seguito a parole che qualcuno aveva
voluto che non fossero ascoltate in quella circostanza e quindi tanto più significative.
E’ la storia scritta questa mattina nell’Aula Magna dell’Università “La Sapienza”
di Roma da una delle più controverse cerimonie d’inizio del nuovo anno accademico.
Una cerimonia chiaramente “condizionata”: dal protocollo modificato che prevedeva
l’intervento di Benedetto XVI, cancellato dal programma e poi pronunciato per interposta
persona, agli altri discorsi a loro volta condizionati dall’assenza del primo. Condizionata
dalla polizia schierata a presidio dei varchi del campus - aperti oggi solo agli iscritti,
per il nervosismo di molti altri giovani - alla protesta, scevra di gesti platealmente
ostili, ma comunque incisiva, di un gruppo di studenti che ha ascoltato gli interventi
in Aula Magna con un bavaglio sulla bocca e un cartello con su scritto: “Libertà in
università eppure si muove”.
L’evento, dunque, non
è stato quello che doveva essere e il primo a rammaricarsene è stato il rettore della
Sapienza, il prof. Renato Guarini, il quale ha ringraziato Benedetto
XVI per aver fatto pervenire comunque il testo del suo discorso e osservando:
“Le
esperienze che abbiamo vissuto nei giorni scorsi ci lasciano una grande amarezza.
Nella nostra università la discussione deve rimanere alta. Non sono accettabili veti
ideologici di nessuna natura. E tutti debbono avere spazio e rispetto, quali che siano
le loro opinioni”.
Ancora più netta
la presa di posizione di Walter Veltroni. Riferendosi al tema
della lectio magistralis svolta dal prof. Mario Caravale - titolo: “Una pena senza
morte” - il sindaco di Roma ha sviluppato il suo pensiero sulla moratoria della pena
capitale, finendo per osservare che essa - applicata in molti Paesi come strumento
di soppressione dei diritti umani - finisce spesso per cassare una delle più inviolabili
libertà dell’uomo: quella di espressione. E a questo punto ha affermato:
“Ciò
che è successo è - per un democratico - inaccettabile. Voi che insegnate in una Università
prestigiosa come questa, sapete bene ed avete il compito di ribadire attraverso i
principi della vostra disciplina, qualunque essa sia, che mai può accedere, per nessun
motivo, che l’intolleranza tolga la parola a qualcuno. In nessun caso (applausi)
e men che meno quando si tratta di temi che hanno a che fare con i diritti universali
dell’uomo e quando ad esprimere tale opinione è una figura come Benedetto XVI, che
per milioni e milioni di persone (applausi) in tutto il mondo
rappresenta un altissimo ed imprescindibile riferimento spirituale, culturale e morale”.
"L’università è laica: cioè libera, tollerante,
aperta. Se c’è un luogo in cui la regola è parola, la parola di tutti, questa è la
'Universitas'”, ha fatto eco poco dopo il ministro italiano per l’Università e la
ricerca, Fabio Mussi. E pur difendendo il carattere laico dell’insegnamento, anche
il rappresentante degli studenti, Gianluca Senatore, ha ripetuto:
“Voglio esprimere pertanto il dispiacere sentito
e profondo della stragrande maggioranza degli studenti, laici e cattolici, credenti
e non credenti, perché Benedetto XVI non è qui”. Il discorso
del Papa, letto dal prof. Marietti, ha concluso l’atto celebrativo in Aula Magna.
Al termine - dopo giorni di slogan irriverenti e istrionismi di annunciata volgarità
- c’è stato spazio per quel rispetto invocato a più voci: un applauso prolungato da
parte dei presenti, alzatisi in piedi, mentre la cerimonia si spostava nella Cappella
universitaria, che Benedetto XVI avrebbe dovuto visitare nel 60.mo della sua fondazione.
Un colpo di coda dei manifestanti anti-Papa - le cui file erano andate ingrossandosi
nel corso delle ore - si è verificato quando un gruppo di essi ha impedito a mons.
Enzo Dieci, uno dei vescovi ausiliari di Roma, di raggiungere la Cappella universitaria
per presiedere la Messa prevista dopo l'inaugurazione in Aula Magna.
Tuttavia,
nonostante questo spiacevole episodio, nel giorno tanto atteso, la solidarietà verso
il Papa è stata più forte dell’ostentata avversione di questi giorni. Una solidarietà
che domenica prossima - così come ieri in Aula Paolo VI - tornerà certamente a manifestarsi
in Piazza San Pietro grazie all’appello ai giovani del cardinale vicario, Camillo
Ruini, a partecipare in massa all’Angelus: appello che conta già numerose adesioni.