2008-01-17 15:16:07

Guatemala: più attenzione per i poveri. Lo chiede la Chiesa al neo-presidente Colom


“Dio ci assista affinché il prossimo governo abbia una particolare preoccupazione per i più poveri creando anche un ambiente di giustizia e solidarietà”. Con queste parole si è espresso recentemente l’arcivescovo di Città di Guatemala, cardinale Adolfo Quezada Toruño, indirizzando la sua esortazione al neo presidente, Alvaro Colom, che si è insediato lunedì scorso. Il porporato guatemalteco, ribadendo una precedente presa di posizione dell’episcopato locale, ha voluto anche ricordare che un nodo importante da risolvere nelle prossime settimane è ciò che riguarda il settore minerario. Tale settore deve essere considerato – ha sottolineato il cardinale - non solo in quanto attività produttiva, di vitale importanza per la crescita del Paese, ma anche come insieme di persone che passano parte della loro vita lavorando nel settore. Il porporato ha chiesto ancora una volta un rinegoziazione delle concessioni poiché mentre molti Paesi, con risorse simili, hanno un ritorno economico del 49%, in Guatemala il ricavo è appena dell’1%. Intanto, nel suo discorso d’insediamento lo scorso 14 gennaio, il presidente Alvaro Colom ha anticipato le sue intenzioni di far fronte a questi problemi cercando un ampio consenso sociale e politico. Il capo di Stato ha definito in particolare il “settore minerario un fattore centrale per rimodellare l’economia e combattere l’iniquità sociale”. Il neo presidente ha voluto poi ribadire che l’orizzonte ultimo del suo governo “è la diminuzione della povertà” nella “cornice di una responsabilità economica” capace di “introdurre le modifiche necessarie senza mettere a repentaglio le conquiste acquisite, anche se minime”. Alvaro Colom deve anche affrontare le grandi questioni della sicurezza e dell’impunità, ma soprattutto, “la verità e la giustizia che sono le basi della vera riconciliazione e del vero perdono. E del perdono, ha ricordato il cardinale Quezada, “abbiamo bisogno tutti”. Tra i crimini mai chiariti abbastanza si ricorda quello di mons. Juan Gerardi, ucciso il 26 aprile 1998. I vescovi tempo fa hanno preso atto della chiusura, con numerose condanne, dopo 19 anni, della prima fase del processo, ma hanno chiesto ulteriori indagini per individuare gli autori intellettuali e i mandanti di un delitto tanto odioso. "La Chiesa è disponibile sempre al perdono, e ovviamente anche in questo caso, ma vuole prima sapere chi debba perdonare e concretamente perché", hanno scritto i presuli guatemaltechi. Giorni fa, il neo presidente, ha rinnovato infine l’intenzione di perseguire la “linea auspicata dai vescovi: pace nella verità e la giustizia”. (A cura di Luis Badilla)







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