Mons. Amato: annunciare il Vangelo è un diritto e un dovere nell’assoluto rispetto
dell’altrui coscienza
“E’ ancora possibile oggi l’evangelizzazione? Se è possibile è legittima? E se è legittima,
è necessaria oggi, dal momento che le religioni vengono considerate tutte vie salvifiche?”
Da queste domande è partita la relazione svolta - questa mattina alla Pontifica Università
Urbaniana - dall’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina
della Fede, a commento della recente Nota del dicastero vaticano dedicata all’annuncio
del Vangelo, quella ‘missio ad gentes’ che resta “l’aspetto più di dinamico della
vita della Chiesa”. Il servizio di Roberta Gisotti:
“L’evangelizzazione
è stata una costante della Chiesa nei duemila anni della sua esistenza”, ha premesso
l’arcivescovo Amato. Tanto più “nel contemporaneo ‘deserto’ dell'oscurità di Dio e
dello svuotamento della coscienza e della dignità umana, – ha osservato il presule
- la proposta evangelizzatrice è un atto generoso di carità e allo stesso tempo un
diritto e un dovere irrinunciabile dell'uomo libero: un diritto che purtroppo, in
alcune parti del mondo, non è ancora legalmente riconosciuto ed in altre non è rispettato
nei fatti".
Nonostante “sempre più numerose comunità
umane sembrano ignorare il Vangelo” - ha rilevato ancora mons. Amato – “l’attività
evangelizzatrice subisce un certo ristagno se non una vera crisi”, in “un periodo
di smarrimento teorico e pratico”, “soprattutto da parte degli Istituti missionari”.
E
dunque “concetti come evangelizzazione, conversione, Battesimo, incorporazione alla
Chiesa – ha constatato l’arcivescovo - non appaiono più come traguardi di nobili imprese
spirituali, ma come un attentato alla libertà religiosa altrui e soprattutto espressione
di colonialismo cristiano ormai superato o da superare al più presto”.
Allora
“sul piano pratico sembra che più che la predicazione del Vangelo, sia oggi necessario
e sufficiente l’impegno di promozione umana”, ovvero “aiutare il prossimo” limitandosi
“ad una testimonianza sociale”. E sul piano teorico “se prima valeva il motto extra
Ecclesiam nulla salus”, oggi invece “sarebbe più adeguato affermare extra Ecclesiam
multa salus”. Tutte convinzioni errate dettate da “precise indicazioni ideologiche”,
laddove il “mandato missionario di Gesù” – ribadisce la Nota del Dicastero vaticano
– “deve continuare lungo tutto il corso della storia”. Se infatti “ogni persona ha
diritto a ricevere il dono della Parola di Dio, la Chiesa ha il dovere di evangelizzare”.
A
chi obietta che oggi non sia “legittimo proporre ad altri ciò che è vero per sé”,
come fosse “un attentato alla libertà altrui", la Nota ribatte che “la verità evangelica
non si impone che in forza della sua stessa verità”. “Il rispetto per la libertà religiosa
di ogni persona umana – ha sottolineato l’arcivescovo - non deve renderci indifferenti
verso la verità e il bene da comunicare con gratuità e carità e nell'assoluto rispetto
della altrui coscienza”.