Israele annuncia agevolazioni sui visti per chi opera al servizio delle comunità cristiane
Lo Stato d'Israele ha deciso di facilitare i visti d’entrata alle persone che lavorano
al servizio delle Chiese cristiane. E’ quanto si legge in un comunicato dell’ambasciata
dello Stato ebraico presso la Santa Sede. “Riconoscendo l’importanza delle comunità
cristiane in Israele e al fine di migliorare ulteriormente le relazioni tra Israele
e la Santa Sede – si legge nel documento - le autorità israeliane, e in particolar
modo il ministro degli Interni Meir Shitrit, hanno proposto alcune agevolazioni in
merito alla questione dei visti per gli ecclesiastici che operano in Israele”. Visti
multipli – riferisce l’agenzia Zenit - verranno concessi “ad un ristretto numero di
alti esponenti delle Chiese cristiane”. “Tutti gli altri funzionari riceveranno il
visto per il rientro chiedendone autorizzazione al Ministero degli interni, già prima
di partire da Israele”. L’ambasciata precisa, inoltre, che per i religiosi, “verranno
accelerate le procedure di controllo”. “In considerazione delle restrittive misure
di sicurezza alle quali Israele è purtroppo obbligata, tale proposta – si legge nella
nota - rappresenta un gesto di grande apertura e buona volontà da parte del governo
d’Israele”. Quella dei visti a religiosi e sacerdoti è una delle questioni al centro
dei negoziati tra Israele e la Santa Sede per l’applicazione dell’Accordo Fondamentale,
firmato il 30 dicembre 1993, che enuncia i principi regolatori delle relazioni tra
la Chiesa e lo Stato. I negoziati riguardano, in particolare, questioni fiscali e
problemi relativi alle proprietà ecclesiastiche in Terra Santa. (A.L.)