Il Papa all'udienza generale, ancora dedicata a Sant'Agostino, ricorda i tanti sacerdoti
che restano al fianco dei fedeli in difficoltà. Il saluto di Benedetto XVI agli universitari
presenti
“Il cristiano non deve abbattersi, ma adoperarsi per aiutare chi è nel bisogno”: è
il messaggio che oggi Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli durante l’udienza generale,
nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, ricordando le difficoltà che Sant’Agostino, vescovo
di Ippona, in età avanzata, dovette affrontare quando i Vandali invasero l’Africa
del Nord. Al termine dell’udienza il Papa ha invitato la Chiesa a chiedere a Dio “il
dono dell’unità tra tutti i discepoli del Signore” in occasione della Settimana di
preghiera per l'unità dei cristiani che si apre venerdì prossimo. Benedetto XVI ha
anche salutato con affetto gli universitari presenti all’udienza che scandivano il
suo nome. Il servizio di Tiziana Campisi:
“Quando
il pericolo è comune per tutti, cioè per vescovi, chierici e laici, quelli che hanno
bisogno degli altri non siano abbandonati da quelli di cui hanno bisogno”: scriveva
così l’ormai anziano vescovo d’Ippona “al vescovo di Tiabe, Onorato, che gli aveva
chiesto se, sotto l’incalzare delle invasioni barbariche, un vescovo o un prete o
un qualsiasi uomo di Chiesa potesse fuggire per salvare la vita”. Nella sua seconda
catechesi dedicata al grande Padre della Chiesa, Benedetto XVI ha parlato degli impegni
che hanno caratterizzato gli ultimi anni di vita del presule africano, anni anche
“di straordinaria attività intellettuale” in cui “portò a termine opere importanti,
ne intraprese altre non meno impegnative, intrattenne pubblici dibattiti con gli eretici,
intervenne per promuovere la pace nelle province africane insidiate dalle tribù barbare
del sud”. Il Papa ha citato anche il suggerimento che Agostino diede ai fratelli nell’episcopato
perché i cristiani potessero ricevere conforto nelle difficoltà:
“’Non
siano abbandonati da quelli che hanno il dovere di assisterli col sacro ministero,
di modo che o si salvino insieme o insieme sopportino le calamità che il Padre di
famiglia vorrà che soffrano … Questa è la prova suprema della carità’. Come non riconoscere,
in queste parole, l’eroico messaggio che tanti sacerdoti, nel corso dei secoli, hanno
accolto e fatto proprio?”. Benedetto
XVI ha inoltre ricordato quanto Agostino scrisse al conte Dario giunto in Africa per
risolvere alcuni dissidi:
“Titolo più grande di
gloria è proprio quello di uccidere la guerra con la parola, anziché uccidere gli
uomini con la spada, e procurare o mantenere la pace con la pace e non con la guerra”. Si
preparò alla morte nella preghiera e nella penitenza il vescovo di Ippona, ha detto
ancora il Papa, e il suo grande cuore si placò in Dio il 28 agosto del 430. “Il suo
corpo, in data incerta, fu trasferito in Sardegna e da qui, verso il 725 a Pavia,
nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, dove anche oggi riposa”: “Lasciò
alla Chiesa un clero molto numeroso, come pure monasteri d’uomini e di donne pieni
di persone votate alla continenza sotto l’obbedienza dei loro superiori, insieme con
le biblioteche contenenti libri e discorsi suoi e di altri santi, da cui si conosce
quale sia stato per grazia di Dio il suo merito e la sua grandezza nella Chiesa, e
nei quali i fedeli sempre lo ritrovano vivo”. “Nei
suoi scritti anche noi lo ritroviamo vivo”, ha concluso a braccio il Papa, si ritrova
“un uomo di oggi, un amico, un contemporaneo”, che parla con una “fede fresca, attuale”,
“fede che viene da Cristo, Verbo eterno incarnato, Figlio di Dio … Via verità e vita”.
“Sant’Agostino – ha terminato il Santo Padre – ci incoraggia ad affidarci a Cristo
sempre vivo e così trovare la strada della vita.
Infine
Benedetto XVI ha rivolto un appello per la Settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani:
“E’ necessario pregare senza sosta
chiedendo con insistenza a Dio il grande dono dell’unità tra tutti i discepoli del
Signore. La forza inesauribile dello Spirito Santo ci stimoli ad un impegno sincero
di ricerca dell’unità, perché possiamo professare tutti insieme che Gesù è l’unico
Salvatore del mondo”. Rivolgendosi
ai pellegrini italiani Benedetto XVI ha salutato i rappresentanti dell’Associazione
Italiana Allevatori - che domani festeggiano il loro patrono Sant’Antonio Abate -
esortandoli ad “operare sempre più nel rispetto dell’ambiente e in favore della sicurezza
alimentare dei cittadini”, quindi ha aggiunto:
“Saluto
con particolare gioia anche gli universitari, gli studenti, grazie”. E
tra gli universitari che hanno salutato con calore il Papa anche un gruppo di studenti
che hanno esibito uno striscione con la scritta: “Se Benedetto non va alla Sapienza,
La Sapienza va da Benedetto”.