2008-01-14 15:19:20

La Tosca inaugura la stagione lirica del Teatro dell'Opera di Roma nel 150.mo anniversario della nascita di Puccini


Un nuovo allestimento di Tosca, il più romano dei melodrammi di Giacomo Puccini, inaugura la stagione 2008 del Teatro dell’Opera di Roma nello stesso giorno, il 14 gennaio, in cui 107 anni fa vide la sua prima rappresentazione, proprio al Costanzi. L’evento apre anche le celebrazioni per il 150.mo anniversario della nascita del compositore, che avranno il loro clou quest’estate al Festival pucciniano di Torre del Lago. Arianna Voto:RealAudioMP3

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Sarà un’edizione memorabile, promette il direttore d’orchestra Gianluigi Gelmetti, che con Tosca debuttò 25 anni fa e ne ricorda ancora l’emozione. A garanzia dell’allestimento, la firma prestigiosa di Franco Zeffirelli, che evoca due voci leggendarie, quella di Maria Callas, diretta dal regista nella storica edizione del ’64 al Covent Garden, e quella del compianto Luciano Pavarotti, nella sua ultima apparizione romana. Era l’anno del centenario e, con l’amico Placido Domingo sul podio e sempre Zeffirelli alla regia, si prestò - causa lavori in corso - a un’esecuzione in forma di concerto. Il musicologo Raoul Meloncelli:

 
R. – Vorrei ricordare anche accanto a Pavarotti e accanto alla Callas c’è stata anche una splendida Tosca con Renata Tebaldi. Non dimentichiamo poi che Tosca è un’attrice e, quindi, quello che diceva anche la Rajna Kabaiwanska per una cantante Tosca è un personaggio che riesce ad entusiasmare proprio perché una cantante recita anche fuori del teatro e, quindi, trova in Tosca la femminilità della donna e dell’attrice.

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Questa volta, invece, gli ingredienti ci saranno tutti: la scenografia, “di maniera, con delle invenzioni nuove, interessanti” promette Zeffirelli, che si atterrà scrupolosamente alle indicazioni del libretto e al verismo dell’autore; il cast vocale, punta di diamante il tenore argentino Marcelo Alvarez per Cavaradossi, accanto a una rivelazione nel ruolo protagonista, il soprano italo-viennese Martina Serafin, e a una “vecchia gloria”, il baritono Renato Bruson, per il “cattivo” Scarpia:

 
R. – Dal punto di vista scenografico sappiamo che Tosca è aiutata, perché svolgendosi a Roma e quindi con il paesaggio romano di Castel Sant’Angelo, di Sant’Andrea della Valle, il riferimento è abbastanza preciso. Non è che ci si debba tanto sbizzarrire. Importante è soprattutto l’aspetto musicale.

 
Puccini, autore popolare e intramontabile, a 150 anni dalla nascita. Ancora il Prof. Meloncelli:

 
R. – Puccini vivente fu attaccato dal musicologo Torre Franca, il quale sosteneva che Puccini aveva successo perché faceva leva sul sentimento del pubblico. Il fatto che questo non sia vero è dimostrato da cosa? E’ dimostrato che dopo tanti anni, dopo oltre 100 anni, le sue opere sono vive ed entusiasmano il pubblico come il primo giorno. Puccini sapeva scrivere e, tra l’altro, l’orchestrazione pucciniana è interessantissima così come importante è l’armonia. Insieme a Verdi è un musicista straordinario: sono senz’altro i grandi musicisti che avevano il grande senso del teatro e per Puccini il teatro era tutto e quindi facilita anche l’interpretazione dei cantanti, se sono dei grandi artisti.

 
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Sette le repliche fino al 23 gennaio, e una ripresa ad aprile, dal 22 al 27, per questo allestimento che celebra insieme Roma, Puccini e la rinascita del Teatro dell’Opera.







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