2008-01-12 12:20:31

l'intervento del cardinale Bertone


“Il Codice di Diritto Canonico al servizio della missione della Chiesa”: questo il tema del convegno tenutosi ieri presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Un pomeriggio di studio per riflettere sul testo normativo della Chiesa a 25 anni dalla sua promulgazione. Tra i presenti al convegno, anche il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3
 
“L’ultimo documento del Concilio Vaticano II”: così Giovanni Paolo II definiva il Codice di Diritto Canonico, da lui promulgato il 25 gennaio del 1983. E a distanza di un quarto di secolo, il testo normativo è vivo ed attuale e contribuisce alla missione della Chiesa. Ma in che modo? Lo ha spiegato chiaramente mons. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi: il diritto canonico, ha detto, non è una semplice legge prodotta da un legislatore esterno, ma è una normativa riferita a ciò che gli uomini sono ed hanno grazie al Battesimo. Ciò significa, ha aggiunto il presule, che il legislatore è Cristo stesso e che i diritti e i doveri derivanti dal diritto canonico sono una parte incancellabile dell’uomo, in quanto persona.

 
Sul legame tra Chiesa universale e Chiese particolari si è invece soffermato il cardinale Tarcisio Bertone. Sottolineando il rapporto di amicizia tra il Papa ed i vescovi, intesa come ‘amicizia di Cristo’, il porporato ha aggiunto:

“Ogni Chiesa particolare è fatta ad immagine della Chiesa universale. Ciò significa che le Chiese particolari sono l’esito e - allo stesso tempo - l’inizio, sempre nuovo nel tempo, della cattolica nella misura in cui non sono autonome ed autosufficienti, ma in comunione tra loro e con Roma”.

A margine del convegno, il cardinale Bertone è tornato sul discorso pronunciato giovedì scorso da Benedetto XVI agli amministratori di Roma e Lazio. Ribadendo il rapporto di dialogo e collaborazione tra la Santa Sede ed il Comune capitolino, il segretario di Stato ha, quindi, affermato:

 
“Il discorso del Papa riguardava il positivo e il negativo e, peraltro, anche il presidente della Regione, il presidente della Provincia e il sindaco Veltroni avevano richiamato nei loro discorsi alcuni aspetti problematici e di sofferenza della città. Ma di lì a farne tutta una interpretazione politica, ce ne passava tanta di acqua. E un po’ voi giornalisti avete forzato l’interpretazione e la strumentalizzazione politica. Il Papa ha ricevuto le autorità della Regione, della Provincia e del Comune di Roma proprio come vescovo di Roma, che è bene informato dei problemi della città”.







All the contents on this site are copyrighted ©.