2008-01-12 11:36:09

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Nella Solennità del Battesimo del Signore la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui si racconta lo svolgimento di questo evento straordinario. Giovanni non comprende perché il Cristo voglia farsi battezzare da lui e non avvenga invece il contrario. Ma Gesù spiega che deve essere così per adempiere “ogni giustizia”. Appena battezzato, Gesù esce dall'acqua: ed ecco, si aprono i cieli e lo Spirito di Dio scende come una colomba su di lui. Ed una voce dal cielo dice:

«Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

Su questa Solennità ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3
 
Gesù discende, discende dalla Galilea alla Valle del Giordano, discende nel fiume che nella radice ebraica del nome porta il significato dello “scendere” del “descensus”. Discende e si abbassa, allineandosi alla fila dei peccatori penitenti, confondendosi con quei poveri peccatori, come facciamo noi che siamo peccatori, quando stiamo in fila di fianco al confessionale. Gesù discende fino a farsi battezzare da colui che stava preparando il battesimo definitivo, che Lui stesso avrebbe istituito. E a questo movimento di abbassamento, senza limite, a questa caduta libera verso le bassezze nelle quali il peccato aveva condotto l’uomo, che risponde lo squarcio delle più grandi altezze. “Gli si aprirono i cieli’, a Lui si aprirono i cieli, dice il testo, e il Padre - il Padre che riconosce il Figlio, lo riconosce nel suo abbassamento e a motivo del suo abbassamento – invia su di Lui lo Spirito e ora sarà anche sopra di Lui e lo guiderà. Il Padre lo riconosce come suo, “il mio Figlio”, come l’amatissimo. L’amore ha chiamato l’amore. L’amore del Figlio che discende ha fatto scendere l’amore del Padre che è nelle altezze.







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