SAN GALLO, 10gen08 - L’istituto svizzero di sociologia pastorale (SPI), a St. Gall,
ha pubblicato uno studio sulla situazione della Chiesa in Svizzera. Nelle 120 pagine
dell’inchiesta, redatta in tedesco e seguita ad un sondaggio internazionale realizzato
poco prima di Natale, si demolisce l’impressione generale, ultimamente diffusa, secondo
la quale il numero dei cattolici nel paese sarebbe in allarmante diminuzione. In realtà,
da parecchi anni la flessione numerica osservata sembra essere piuttosto lieve. Secondo
i dati forniti dalla Fondazione Bertelsmann, l’80 per cento della popolazione elvetica
attribuisce alla religione una certa importanza. Senz’altro, all’incirca negli ultimi
40 anni, il “panorama” religioso si è notevolmente trasformato. Nel 1970, quasi ogni
abitante in Svizzera era cattolico o riformato, gli atei od i membri delle altre comunità
religiose in tutto costituivano il 5 per cento della popolazione. Il censimento realizzato
nel 2000 ha invece evidenziato che i senza appartenenza religiosa costituivano l’11
per cento, mentre il 75 per cento degli svizzeri si professavano membri di una delle
due Chiese principali. Inoltre, le altre confessioni in questi ultimi anni sono risultate
in netto aumento. Dagli anni ’60, e fino alla fine degli anni ’80, la grande maggioranza
degli immigrati proveniva da paesi cattolici quali Italia, Spagna e Portogallo. Dagli
anni ’90, invece, sono cresciute le rappresentanze musulmane ed ortodosse. Per quanto
riguarda il mondo protestante, in Svizzera i credenti sono passati dal 46 per cento
del 1970 al 33 registrato nel 2000, mentre i cattolici, nello stesso periodo, dal
49 sono giunti al 42 per cento. Ma negli anni presi in esame, bisogna considerare
che, in generale, si è avuto un grande aumento demografico, per cui effettivamente
la diminuzione del numero dei credenti è stata meno forte di quanto mostrato dalle
statistiche. Lo studio svolto dallo SPI si è poi soffermato sulla questione degli
abbandoni da parte di membri della Chiesa, ed ha constatato che ciò, comunque, non
ha avuto un ruolo importante nel calo numerico riscontrato. Difatti, il fenomeno sembra
appena aumentato tra il 2000 ed il 2005. Ma le statistiche hanno rivelato un’altra
evoluzione. Sembra che a causa dei movimenti migratori, nelle principali città di
tradizione riformata, ad eccezione di Berna, il numero dei cattolici abbia superato
quello dei fedeli protestanti. Un discorso a parte va fatto per la città di Basilea.
E’ lì che, visti i risultati dell’inchiesta, si registrerebbe una maggiore percentuale
di abbandoni nella Chiesa. Secondo lo studioso Roger Husistein, ciò sarebbe dovuto
principalmente all’obbligatorio pagamento, non esistente negli altri cantoni, delle
tasse parrocchiali a carico dei fedeli. Infine, negli ultimi anni in Svizzera sembrano
diminuiti sia le nascite che i battesimi. E profondi cambiamenti hanno investito anche
le figure degli agenti pastorali cattolici. Il numero dei preti si è ridotto di un
terzo negli ultimi 25 anni, e parallelamente si evidenzia un aumento dei teologi laici
e dei diaconi, con disparità a seconda delle regioni. (Comunicato – VOLPE)