Nell’udienza agli amministratori locali di Roma e del Lazio, il Papa esprime preoccupazione
per i problemi della gente, dal carovita alla sicurezza, dalle nuove povertà all’educazione
dei giovani
Serve un impegno convergente e di ampio respiro per risolvere le grandi emergenze
della città di Roma e della Regione Lazio: è l’esortazione di Benedetto XVI agli amministratori
locali, ricevuti stamani in Vaticano per l’udienza di inizio anno. Il Papa ha messo
l’accento sulla centralità della persona umana, vero criterio guida per affrontare
i problemi più urgenti, dall’educazione alla lotta alla povertà. A guidare consiglieri
ed assessori, ricevuti in Sala Clementina, il presidente della giunta regionale del
Lazio, Pietro Marrazzo, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, e il presidente della
Provincia di Roma, Enrico Gasbarra. Il servizio di Alessandro Gisotti: Nei
diversi compiti affidati alle amministrazioni locali, dalla tutela della famiglia
all’educazione, dalla lotta alla povertà alla cura degli ammalati, sia sempre rispettata
la “centralità della persona umana”: è il vibrante appello di Benedetto XVI che ha
ribadito il legame particolare tra il Successore di Pietro e la città di Roma:
“Cambiano
i tempi e le situazioni, ma non si indeboliscono e non si attenuano l’amore e la sollecitudine
del Papa per tutti coloro che vivono in queste terre, tanto profondamente segnate
dalla grande e vivente eredità del cristianesimo”. Nel suo
articolato discorso, il Pontefice ha innanzitutto sottolineato “l’importanza decisiva
che rivestono l’educazione e la formazione della persona” lungo tutto l’arco dell’esistenza.
Il Papa ha parlato di vera e propria “emergenza educativa”. “Sembra infatti sempre
più difficile – ha detto con rammarico - proporre in maniera convincente alle nuove
generazioni solide certezze e criteri su cui costruire la propria vita”:
“Lo
sanno bene sia i genitori sia gli insegnanti, che anche per questo sono spesso tentati
di abdicare ai propri compiti educativi. Essi stessi, del resto, nell’attuale contesto
sociale e culturale impregnato di relativismo e anche di nichilismo, difficilmente
riescono a trovare sicuri punti di riferimento, che li possano sostenere e guidare
nella missione di educatori come in tutta la loro condotta di vita”. Una
simile emergenza, ha avvertito, “non può lasciare indifferenti né la Chiesa né le
vostre amministrazioni”. Con la formazione delle persone, ha rilevato, sono infatti
in gioco “le basi stesse della convivenza e il futuro della società”. In questo contesto,
Il Santo Padre ha espresso viva gratitudine alla Regione Lazio per il sostegno offerto
agli oratori e ai centri per l’infanzia promossi dalle parrocchie e comunità ecclesiali,
come anche per i contributi finalizzati alla realizzazione di nuovi complessi parrocchiali
nelle aree del Lazio che ne sono ancora prive. Per affrontare l’emergenza educativa,
è stato il suo monito, sono prioritari il “rispetto e il sostegno per la famiglia
fondata sul matrimonio”:
“Vediamo ogni giorno,
purtroppo, quanto siano insistenti e minacciosi gli attacchi e le incomprensioni nei
confronti di questa fondamentale realtà umana e sociale. E’ quindi quanto mai necessario
che le pubbliche Amministrazioni non assecondino simili tendenze negative, ma al contrario
offrano alle famiglie un sostegno convinto e concreto, nella certezza di operare così
per il bene comune”. Benedetto XVI ha, quindi, messo
l’accento su un’altra “emergenza che si aggrava”, quella della povertà. Una povertà,
ha costatato, “che aumenta soprattutto nelle grandi periferie urbane, ma comincia
ad essere presente anche in altri contesti e situazioni, che sembravano esserne al
riparo”:
“La Chiesa partecipa di tutto cuore allo sforzo per alleviarla,
collaborando volentieri con le istituzioni civili, ma l’aumento del costo della vita,
in particolare i prezzi degli alloggi, le sacche persistenti di mancanza di lavoro,
e anche i salari e le pensioni spesso inadeguati rendono davvero difficili le condizioni
di vita di tante persone e famiglie”. Un evento tragico
come l’uccisione, a Tor di Quinto, di Giovanna Reggiani, ha proseguito il Papa, ha
inoltre “posto bruscamente la nostra cittadinanza di fronte al problema non solo della
sicurezza, ma anche del gravissimo degrado di alcune aree di Roma”: “Specialmente
qui è necessaria, ben al di là dell’emozione del momento, un’opera costante e concreta,
che abbia la duplice e inseparabile finalità di garantire la sicurezza dei cittadini
e di assicurare a tutti, in particolare agli immigrati, almeno il minimo indispensabile
per una vita onesta e dignitosa”.
La Chiesa, attraverso la
Caritas e molte altre realtà di volontariato si prodiga anche su questa difficile
frontiera, sulla quale, ha affermato, rimangono “insostituibili le responsabilità
e possibilità di intervento dei pubblici poteri”. Il Pontefice ha concluso il suo
discorso soffermandosi sulla cura degli ammalati. “Sappiamo bene – ha detto - quanto
siano gravi le difficoltà” che la Regione Lazio “deve affrontare nell’ambito della
sanità”. Tuttavia, ha constatato “come sia non di rado drammatica la situazione delle
strutture sanitarie cattoliche, anche assai prestigiose e di riconosciuta eccellenza
nazionale”. Di qui l’appello del Papa affinché “nella distribuzione delle risorse”
gli ospedali cattolici “non siano penalizzate, non per un interesse della Chiesa,
ma per non compromettere un servizio indispensabile” alle popolazioni.