Attentato kamikaze in Pakistan: è strage di poliziotti. Oltre 20 morti
È di almeno 22 morti e di sessanta feriti il bilancio ancora provvisorio dell'attentato
suicida avvenuto questa mattina a Lahore, capitale della provincia orientale pakistana
del Punjab. Obiettivo dell’attacco i poliziotti che sorvegliavano una manifestazione
di avvocati di fronte al Palazzo di un tribunale. Il servizio di Stefano Leszczynski:
Doveva
essere una pacifica manifestazione di avvocati che protestavano contro le misure restrittive
imposte dal Governo e lo slittamento delle elezioni legislative al 18 febbraio. Si
è, invece, trasformata improvvisamente in una carneficina in cui la maggior parte
delle vittime sono state proprio i poliziotti schierati di fronte al palazzo dell’Alta
Corte di Lahore. Il kamikaze si è lanciato contro il cordone di polizia appena un
quarto d’ora prima che avesse inizio la manifestazione. La maggior parte degli avvocati,
che dovevano scendere in piazza si trovava ancora all’interno dell’edificio del tribunale.
Nessuna rivendicazione è ancora giunta, ma i sospetti degli investigatori si dirigono
verso i fiancheggiatori di al Qaeda nel Paese. Il presidente Musharraf ha condannato
l’attentato, dichiarando di essere sempre più deciso a combattere ogni atto terroristico.
Il 27 dicembre scorso la tensione è salita alle stelle in Pakistan dopo l’assassinio,
in un sanguinoso attentato, della ex premier Benazir Bhutto, attribuito dal governo
a frange di al Qaeda. Attualmente nel Paese si trova anche una squadra di Scotland
Yard per tentare di fare chiarezza sulle vere cause della morte della Bhutto e sulle
modalità dell’attentato.
Libano Intanto, il leader del movimento
sciita libanese Hezbollah, il sayyed Hasan Nasrallah, afferma che l'arrivo del presidente
USA, George W. Bush, in Medio Oriente “fa di oggi un giorno nero della storia della
nazione araba e musulmana”. Nasrallah, che in ccasione delle celebrazioni per l'inizio
della festività sciita della Ashura ha pronunciato, ieri sera, un discorso tv diffuso
sui grandi schermi della periferia meridionale di Beirut occaforte di Hezbollah, ha
affermato che “Bush è venuto nella regione per compiere la più grande operazione d'inganno,
dicendo che è qui per proteggere i Paesi arabi del Golfo dall'Iran”. Per Nasrallah.
“Bush l'ingannatore non protegge però gli arabi” e “il nemico che lui indica è un
falso nemico”.
Iraq Oltre 40 presunti rifugi di al Qaeda alla periferia
sud di Baghdad, sono stati colpiti in un massiccio bombardamento aereo compiuto questa
mattina dalle forze americane in Iraq: 38 bombe sganciate nei primi dieci minuti e
un totale di circa 18 tonnellate di esplosivi. I bombardamenti di precisione sono
stati compiuti in sostegno dell'operazione "Phantom Phoenix", lanciata dalle forze
USA e irachene due giorni fa contro al Qaeda e si sono svolti in coordinamento con
le forze di terra. Nel comunicato non viene precisato se vi siano state vittime tra
gli insorti o tra le forze multinazionali e irachene. Intanto, l’Organizzazione Mondiale
della Sanità pubblica un drammatico bilancio delle persone civili morte in Iraq: almeno
151 mila le vittime tra il 2003 e il 2006. È triste parlare di medie, ma può avere
un significato per capire l’andamento delle violenze: nel primo anno circa 128 iracheni
hanno perso la vita in modo violento, al giorno, nel secondo 115, nel terzo 126.
Libano Il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, impegnato
in una mediazione per tentare di risolvere la crisi politica libanese, sta affrontando
il problema della divisione dei poteri tra maggioranza parlamentare antisiriana e
opposizione guidata dal movimento sciita Hezbollah in un nuovo “governo di unità nazionale”.
L'opposizione vuole un esecutivo di 30 membri dove la maggioranza, l'opposizione e
il futuro presidente della Repubblica nominino dieci ministri ciascuno. La coalizione
al potere respinge questa “interpretazione” del piano della Lega Araba per porre fine
alla crisi libanese. Mussa, che ha una fitta agenda di incontri dei leader politici
e religiosi libanesi, ha ribadito oggi, dopo aver incontrato il patriarca maronita,
Nasrallah Sfeir, che il piano arabo “è chiaro e non necessita di spiegazioni o interpretazioni”.
Il piano, ha aggiunto, prevede che la formazione del nuovo governo avverrà in modo
da prevenire la possibilità per la maggioranza di “monopolizzare” il processo decisionale
e all'opposizione di avere il potere di “interdizione”. Mussa, arrivato ieri a Beirut,
si è incontrato con il presidente del parlamento, Nabih Berri, e il premier Fuad Siniora.
Oggi, si incontrerà con Michel Aoun, il leader cristiano alleato di Hezbollah.
Afghanistan Un soldato della Forza ISAF guidata dalla NATO è morto e
un altro è rimasto ferito nell'esplosione di una mina avvenuta nelle ultime ore nel
sud dell'Afghanistan. Ne hanno dato notizia fonti militari. Lunedì scorso altri due
soldati della coalizione erano rimasti uccisi nell'est dell'Afghanistan per l'esplosione
di un ordigno che aveva fatto saltare in aria il veicolo sul quale viaggiavano. In
accordo con le autorità, la Forza ISAF non rende nota la nazionalità dei militari
della Nato vittime di attentati.
Turchia Le forniture iraniane di
gas naturale alla Turchia, sospese da 5 giorni, riprenderanno a partire da lunedì
prossimo. Lo ha affermato il premier turco Tayyip Erdogan citando assicurazioni fornitegli
da fonti iraniane vicine al presidente Ahmadinejad. Nei giorni scorsi aveva annunciato
che avrebbe chiesto personalmente al presidente iraniano un'immediata ripresa delle
forniture. Teheran ha spiegato l'interruzione delle sue forniture di gas con la rottura
di un gasdotto a causa del gelo e con una riduzione del gas proveniente dal Turkmenistan.
Da ieri la Turchia, a sua volta, ha ridotto le forniture di gas alla Grecia. Lunedì
scorso il flusso di gas iraniano alla Turchia, che normalmente è di 29 milioni di
metri cubi al giorno, è stato sospeso dopo essere stato ridotto. La Turchia ha siglato
con l'Iran un accordo preliminare per grossi investimenti turchi nel sud dell'Iran
al fine di aumentare il flusso di gas iraniano in Turchia, ma gli USA sono apertamente
contrari alla realizzazione di tale accordo.
In Spagna rivelazioni sugli
attentati di dicembre Fa discutere in Spagna la confessione di un militante
dell’ETA in relazione all’attentato che a dicembre scorso ha causato due morti all’aeroporto
di Madrid. Il servizio è di padre Ignazio Arregui:
Il ministro
dell’Interno ha affermato che secondo le confessioni di un militante dell’ETA arrestato
in questi giorni si conoscono i nomi degli autori dell’attentato effettuato all’aeroporto
internazionale di Madrid il 30 dicembre scorso che ha causato la morte di due immigrati
ecuadoregni ed ingenti danni materiali. Quell’attentato ha significato inoltre la
fine della tregua dell’ETA e dei contatti che erano in corso con il gruppo armato
in cerca della pace. Non solo: adesso si è saputo che contemporaneamente alle trattative
di pace, l’ETA stava ormai preparando l’attentato contro l’aeroporto di Madrid. Il
ministro dell’Interno ha aggiunto che i particolari forniti negli interrogatori potevano
essere conosciuti solo dagli autori dell’attentato. Queste rivelazioni hanno avuto
all’origine l’arresto domenica scorsa di due uomini armati. I poliziotti hanno fatto
uso della forza causando alcune ferite agli arrestati. Di conseguenza si é aperta
una forte discussione attorno al modo in cui avrebbe agito la polizia. Uno dei due
arrestati è stato ricoverato in ospedale a San Sebastian, dove si trova ancora, e
l’altro è stato portato a Madrid. È stato questo secondo arrestato a confessare la
sua partecipazione all’attentato del 30 dicembre a Madrid insieme con l’altro militante
arrestato ed un altro militante identificato ma evaso. Inoltre hanno rivelato che
tra i prossimi attentati in progetto c’era quello di mettere una potente carica di
esplosivo, durante la prossima campagna per le elezioni del 9 marzo, in un grosso
centro commerciale e finanziario al centro di Madrid, che avrebbe causato danni ancor
piú gravi di quelli dell’attentato del 30 dicembre. Nelle prossime ore, si attendono
altre informazioni che permettano di offrire un quadro piú completo su queste preoccupanti
rivelazioni.(Per la Radio Vaticana, padre Ignazio Arregui)
Yemen Scontri
fra l'esercito yemenita e i ribelli della minoranza zaidita sono ripresi ieri sera
nella provincia di Saada, nel nordovest dello Yemen. Come si è appreso oggi da testimoni,
le forze governative hanno bombardato la notte scorsa con l'artiglieria pesante i
ribelli asserragliati in zone montagnose della regione di Miran. Lo scorso giugno
un cessate il fuoco era stato concordato fra esercito yemenita e ribelli zaiditi,
con la mediazione del Qatar. Il conflitto armato tra potere centrale e ribelli zaiditi
ha provocato migliaia di morti dal 2004. Lo zaidismo è una corrente sciita, maggioritaria
solo nel nord dello Yemen, la cui popolazIone è in prevalenza sunnita.
Kenya La
polizia ha disperso in mattinata a Nairobi, ricorrendo anche a gas lacrimogeni, una
protesta di un gruppo di donne, una settantina, c'era anche qualche bimbo, che manifestavano
a favore del leader dell'opposizione Raila Odinga. C'è stata anche qualche carica.
La manifestazione - ha dichiarato la polizia - era illegale, e le donne bloccavano
una strada importante. Il clima si fa sempre più teso, dunque, mentre la diplomazia
internazionale continua il suo pressing. Il vicesegretario di Stato americano, Kendayi
Frazer, è tornata ieri sera a Nairobi - ne era ripartita nei giorni scorsi dopo una
missione di tre giorni - per riprendere le fila della mediazione, mentre il capo dello
Stato del Ghana e presidente di turno dell'Unione Africana, John Kufuor, continua
la spola tra il presidente eletto (voto molto contestato) Mwai Kibaki ed il leader
dell'opposizione Odinga, che continua a proclamarsi il "vero presidente", ed a non
riconoscere Kibaki. Per ora, però, si vedono pochi spiragli negoziali, mentre hanno
giurato in mattinata i 17 ministri nominati l'altro ieri da Kibaki, circa la metà
del governo, una scelta che ha scatenato ferme proteste da parte dell'opposizione.
Somalia I
deputati somali hanno concesso oggi la fiducia al nuovo governo del premier Nur Hussan
Hussein. I voti a favore sono stati 223, i contrari solo cinque, gli astenuti due.
Erano presenti in aula 230 deputati sui 275 eletti. La votazione è avvenuta a Baidoa,
ovest del Paese, dove siede il Parlamento. Lo apprende l'ANSA da fonti diplomatiche
concordi in Kenya. Il governo si presenta come un esecutivo di svolta, con una strategia
tutta tesa al dialogo ed alla riconciliazione con l'opposizione. Le cancellerie occidentali
lo sostengono con forza, ritenendolo una nuova concreta speranza per la disastrata
Somalia.
Immigrazione clandestina Sono 226 gli immigrati intercettati
a meno di un chilometro dalla costa di Lampedusa, in Italia, a bordo di un peschereccio
di circa 15 metri. I clandestini, tra cui sei donne, saranno trasferiti nel centro
di prima accoglienza. All'operazione di soccorso hanno partecipato tre motovedette
della Capitaneria e una della Guardia di Finanza. Cento clandestini sono stati trasbordati
su un guardacoste, mentre gli altri hanno raggiunto il porto a bordo del peschereccio
trainato da un'altra motovedetta della Guardia costiera.
Russia-Daghestan Dai
due ai quattro ribelli sono stati uccisi dalle forze russe nel corso della notte a
Guelim-Batan, nel Daghestan, repubblica del Caucaso russo vicina alla Cecenia. Lo
ha riferito l'agenzia Interfax. “Fra i due e i quattro ribelli si sono rifugiati in
un'abitazione per sfuggire alle forze dell'ordine che conducevano un'operazione speciale”,
ha dichiarato una fonte della polizia locale, citata all'agenzia.
Corea
del Sud La Corte costituzionale della Corea del Sud ha dato il via libera a
un'indagine condotta da un consiglio speciale sulle accuse di malversazioni rivolte
al neo presidente conservatore Lee Myung-Bak. La Corte ha respinto un'istanza nella
quale si chiedeva di far cessare le indagini contro Lee. Il consiglio di inchiesta
era stato approvato dal governo uscente il 26 dicembre. Eletto, a larga maggioranza
il 19 dicembre, l'ex sindaco di Seul era stato accusato di legami con una società
al centro di uno scandalo finanziario che risale al 2001, la Bkk. Lee era stato assolto
dalla giustizia per queste accuse di frode all'inizio di dicembre, ma il presidente
uscente Roo Moo-Hyun aveva chiesto la riapertura dell'inchiesta alla luce di una registrazione
video nella quale Lee ammette di aver fondato una controversa società di investimenti.
La giustizia ha respinto la richiesta di riaprire il fascicolo giudiziario, ma il
parlamento si è pronunciato il 17 dicembre per la creazione di una commissione d'inchiesta
indipendente. Lee assumerà le sue funzioni il 25 febbraio e da quel momento sarà coperto
dall'immunità. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 10 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.