2008-01-09 14:39:31

“Karol Wojtyla. Alle fonti del rinnovamento”: pubblicato uno studio del 1972 dell’arcivescovo di Cracovia sull’attuazione del Concilio Vaticano II


Nel 1972, il cardinale arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, raccolse le sue riflessioni sul Concilio Vaticano in un volume dal titolo “Alle fonti del Rinnovamento”. Quel testo, dedicato ai fedeli della sua diocesi, viene ora riproposto in una nuova edizione con prefazione del cardinale Camillo Ruini. Il volume, pubblicato dalla Rubbettino editore e dalla Fondazione Novae Terrae, sarà presentato il 16 gennaio all’Istituto pastorale “Redemptor Hominis” della Lateranense, alla presenza del rettore, l’arcivescovo Rino Fisichella. Il curatore della nuova edizione, il prof. Flavio Felice della Lateranense, si sofferma, nell’intervista di Alessandro Gisotti, sull’attualità di questo testo di Papa Wojtyla:RealAudioMP3


R. – Il libro, questo suo studio sull’attuazione del Concilio, entra nel cuore del dibattito dell’epoca, che è un dibattito segnato, ovviamente, dagli anni nei quali è stato scritto, ma proprio perché ci parla di una verità perenne, resta un punto fondamentale nel dibattito che in questi ultimi anni ha preso di nuovo vigore.

 
D. – Fin dai primi anni dopo il Concilio, annota il cardinale Ruini nella prefazione al volume, si sono contrapposte due ermeneutiche, quella della “rottura” e quella della “continuità”, della riforma. Cosa ci dice al riguardo questo studio di Karol Wojtyla?

 
R. – Wojtyla ha sempre sostenuto che si sarebbe dovuti fuoriuscire da una logica – potremmo dire – di un’ermeneutica di destra-sinistra, conservatrice-progressista nell’interpretazione del Concilio. La tesi progressista della rottura o la tesi conservatrice, così come sono state presentate dalle varie scuole, in Karol Wojtyla non trovano grande cittadinanza. Wojtyla, invece, non perdeva occasione per mettere in evidenza l’elemento pastorale e religioso del Concilio, ed era solito – appunto – sostenere che il Concilio fosse un momento eminentemente teologico-pastorale. Quindi, questo carattere sicuramente dà ragione alla versione – potremmo dire – “continuista” del cardinale Ruini e dell’attuale Papa.

 
D. – Si può dunque parlare di perfetta continuità tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sull’interpretazione ed attuazione del Concilio Vaticano II...

 
R. – Certo! Si può parlare di continuità tra i due Pontefici e anche si può parlare – credo – di continuità rispetto al loro interesse a che il Concilio venga studiato, analizzato, approfondito e le risultanze di questo studio vengano diffuse il più possibile. Un tentativo che noi, come Fondazione “Novae Terrae”, abbiamo tentato di svolgere proprio riproponendo questo volume. Sentiamo sempre più l’esigenza che il metodo di Wojtyla, che poi è diventato anche il metodo di Papa Ratzinger, entri nella pastorale ordinaria del nostro Paese e anche, ovviamente, di tutta l’umanità.







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