“Karol Wojtyla. Alle fonti del rinnovamento”: pubblicato uno studio del 1972 dell’arcivescovo
di Cracovia sull’attuazione del Concilio Vaticano II
Nel 1972, il cardinale arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, raccolse le sue riflessioni
sul Concilio Vaticano in un volume dal titolo “Alle fonti del Rinnovamento”. Quel
testo, dedicato ai fedeli della sua diocesi, viene ora riproposto in una nuova edizione
con prefazione del cardinale Camillo Ruini. Il volume, pubblicato dalla Rubbettino
editore e dalla Fondazione Novae Terrae, sarà presentato il 16 gennaio
all’Istituto pastorale “Redemptor Hominis” della Lateranense, alla presenza del rettore,
l’arcivescovo Rino Fisichella. Il curatore della nuova edizione, il prof. Flavio
Felice della Lateranense,si sofferma, nell’intervista di Alessandro
Gisotti, sull’attualità di questo testo di Papa Wojtyla:
R. –
Il libro, questo suo studio sull’attuazione del Concilio, entra nel cuore del dibattito
dell’epoca, che è un dibattito segnato, ovviamente, dagli anni nei quali è stato scritto,
ma proprio perché ci parla di una verità perenne, resta un punto fondamentale nel
dibattito che in questi ultimi anni ha preso di nuovo vigore.
D.
– Fin dai primi anni dopo il Concilio, annota il cardinale Ruini nella prefazione
al volume, si sono contrapposte due ermeneutiche, quella della “rottura” e quella
della “continuità”, della riforma. Cosa ci dice al riguardo questo studio di Karol
Wojtyla?
R. – Wojtyla ha sempre sostenuto che si
sarebbe dovuti fuoriuscire da una logica – potremmo dire – di un’ermeneutica di destra-sinistra,
conservatrice-progressista nell’interpretazione del Concilio. La tesi progressista
della rottura o la tesi conservatrice, così come sono state presentate dalle varie
scuole, in Karol Wojtyla non trovano grande cittadinanza. Wojtyla, invece, non perdeva
occasione per mettere in evidenza l’elemento pastorale e religioso del Concilio, ed
era solito – appunto – sostenere che il Concilio fosse un momento eminentemente teologico-pastorale.
Quindi, questo carattere sicuramente dà ragione alla versione – potremmo dire – “continuista”
del cardinale Ruini e dell’attuale Papa.
D. – Si
può dunque parlare di perfetta continuità tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sull’interpretazione
ed attuazione del Concilio Vaticano II...
R. – Certo!
Si può parlare di continuità tra i due Pontefici e anche si può parlare – credo –
di continuità rispetto al loro interesse a che il Concilio venga studiato, analizzato,
approfondito e le risultanze di questo studio vengano diffuse il più possibile. Un
tentativo che noi, come Fondazione “Novae Terrae”, abbiamo tentato di svolgere proprio
riproponendo questo volume. Sentiamo sempre più l’esigenza che il metodo di Wojtyla,
che poi è diventato anche il metodo di Papa Ratzinger, entri nella pastorale ordinaria
del nostro Paese e anche, ovviamente, di tutta l’umanità.