La Fondazione Migrantes illustra il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle
Migrazioni
“I giovani migranti: risorsa e provocazione”: questo il titolo e il sottotitolo con
cui la Fondazione CEI Migrantes ha illustrato stamani il Messaggio di Benedetto XVI
per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si svolgerà domenica prossima,
13 gennaio. La presentazione è avvenuta presso la Sala Marconi della nostra emittente.
L’ha seguita per noi Isabella Piro:
Sono
28 milioni gli immigrati nell’Unione Europea, e 3.690.000 quelli in Italia: questi
i dati del dossier Caritas/Migrantes 2007. Anche a loro è dedicata la Giornata Mondiale
del Migrante e del Rifugiato per la quale il Santo Padre ha scritto un Messaggio,
intitolato “I giovani migranti”. In Italia, la Fondazione CEI Migrantes ha aggiunto
il sottotitolo “Risorsa e provocazione”. E’ indubbio, infatti, che i ragazzi fino
a 25 anni sono una percentuale crescente dei migranti: tra i giovani italiani residenti
all’estero, ad esempio, essa arriva al 33%, mentre solo tra i Sinti e i Rom presenti
in Italia si supera il 40%. Come considerare, allora, la loro presenza? Mons.
Piergiorgio Saviola, Direttore Generale della Fondazione Migrantes:
“Sono
un capitale da valorizzare, da non trascurare, tanto meno da sciupare. Sono un capitale,
una risorsa. Sul piano demografico, visto il progressivo declino quantitativo e l’invecchiamento
della nostra popolazione, sul piano economico-lavorativo si continua ad avere bisogno
di manodopera straniera, almeno oggi. Sul piano dell’integrazione, sono una risorsa.
E’, infatti, più agile, direi più spontaneo e quotidiano il rapporto tra italiani
e stranieri sui banchi della scuola, nel campo sportivo, sulla strada”. Di
qui la necessità, ribadisce mons. Saviola, che la società laica ed ecclesiale si assuma
le proprie responsabilità di fronte agli immigrati. Le loro tante potenzialità e ricchezze,
afferma il presule, non si dispiegheranno a beneficio comune se non saranno incoraggiate
da gesti concreti. Nessuna idealizzazione, quindi, del giovane immigrato, ma molta
attenzione alle sue fragilità:
“Questi stranieri,
inoltre, hanno un altro bagaglio piuttosto pesante da trascinarsi dietro: il bagaglio
proprio della loro specifica condizione di migranti. Basti accennare alla doppia appartenenza
che, se da un lato esprime opportunità e ricchezza, dall’altro potrebbe indicare mancanza
di una specifica identità”. E proprio a questa problematica
della doppia identità il Messaggio del Santo Padre offre una soluzione. Mons.
Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e segretario della Commissione
Episcopale per le Migrazioni:
“Spazi d’impegno per
uscire da queste problematiche il Papa ce le indica molto bene: la scuola e la famiglia.
La scuola non può essere asettica e stare a guardare, perché si possono costruire
percorsi non separati ma abbastanza integrati e, nello stesso tempo, anche con degli
obiettivi uguali per tutti”. Un altro punto fondamentale riguarda
la libertà religiosa, che spesso la laicità, dice mons. Sigalini, assimila alla neutralità:
“La libertà religiosa spesso è strumentalizzata
da un laicismo per cancellarne ogni traccia, sognando un cittadino non solidale, ma
neutro. La laicità della scuola non è cancellare la domanda religiosa, ma permettere
l’espressione nel massimo del rispetto e della libertà di tutti, dentro un progetto
educativo e dentro le certezze che ci dà pure la nostra Costituzione”. Per
favorire una vera integrazione degli immigrati in Italia, mons. Sigalini suggerisce
inoltre un maggior ricorso al microcredito e la concessione della cittadinanza di
diritto per chi nasce in Italia, passando così dallo ‘jus sanguinis’ allo ‘jus soli’. Interessante, infine, la prima indagine conoscitiva sulle abitudini pastorali
degli immigrati nelle parrocchie della diocesi di Roma, resa nota oggi. Lo studio,
svolto su 142 parrocchie della capitale, rivela, nella totalità di esse, la partecipazione
di stranieri alla Messa domenicale, così come nelle attività pastorali. Nel 73% delle
comunità, i bambini immigrati frequentano il catechismo, mentre nel 57% gli adulti
sono catechisti. Particolare inoltre la percentuale – pari al 45% - della parrocchie
romane in cui si svolgono celebrazioni ed incontri di preghiera dedicati ai migranti.
Un ulteriore passo avanti sulla via dell’integrazione.