2008-01-09 15:34:03

Hillary Clinton batte Barack Obama nelle primarie democratiche in New Hampshire. Tra i repubblicani affermazione del senatore McCain


Negli Stati Uniti, prosegue la corsa alla Casa Bianca che culminerà con il voto del prossimo novembre. Per le primarie in New Hampshire, tenutesi ieri, i sondaggi davano per certa, in campo democratico, la vittoria di Barack Obama, così come avvenuto in Iowa. Ma Hillary Clinton è riuscita a sovvertire i pronostici. L'ex first lady – che soltanto ieri veniva data come vicina al ritiro – ha infatti staccato di due punti percentuali il suo avversario: 39% a 37%. Tra i Repubblicani, invece, affermazione del senatore John Mc Cain. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:RealAudioMP3


Il New Hampshire si conferma la terra del riscatto dei Clinton. Bill nel ’92, dopo ben 5 sconfitte, avviò nel piccolo Stato del New England la sua cavalcata verso la Casa Bianca. E ieri Hillary ha messo a segno una rimonta sorprendente, che ha smentito tutti i sondaggi della vigilia. La sua riscossa, infatti, fa il paio con un altro dato: un’affluenza enorme con il doppio dei votanti, rispetto a quattro anni fa, ad affollare i seggi. Quindi, nuovi elettori, soprattutto giovani ed indipendenti, sarebbero andati a lei e non al senatore Obama, come gli esperti pensavano. Giornata di rivincita anche per John Mc Cain, in campo repubblicano. Il senatore dell’Arizona ha sconfitto, infatti, sia il magnate mormone, Mitt Romney, che il pastore battista Huckabee, che aveva trionfato in Iowa, distanziando nettamente l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani. (Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana)

Ma che cosa è cambiato nell’ultimo voto rispetto alle precedenti primarie? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al prof. Massimo Teodori, docente di Storia americana all’università di Perugia:RealAudioMP3


R. – Mi pare che le primarie dell’Iowa, con il trionfo di Obama, avevano suscitato eccessivi entusiasmi, che erano stati proiettati sull’intera vicenda presidenziale, il che non è corretto. In questo momento, mi pare che il confronto tra le candidature di Obama e della Clinton, riprende la strada seria del dibattito tra due personalità, tra due posizioni, tra due profili assolutamente diversi. Credo, tuttavia, che per avere un’idea di quello che effettivamente accadrà, bisognerà attendere altre prove più importanti, come il Super-martedì del 5 febbraio, quando ci saranno le primarie in una ventina di Stati.

 
D. – Quali saranno i temi fondamentali che sicuramente caratterizzeranno la campagna elettorale democratica e repubblicana?

 
R. – La questione della guerra in Iraq e, più in generale, della guerra al terrorismo è diminuita molto di importanza negli ultimi mesi. I temi sui quali probabilmente si decideranno le elezioni sono: innanzitutto, il problema delle tasse, cioè se confermare o respingere il taglio dei tributi effettuato dall’amministrazione Bush; poi c’è il problema dell’immigrazione, tenendo presente che ci sono una decina di milioni di immigrati illegali, provenienti soprattutto dall’America Centrale e dal Messico, rispetto ai quali le opinioni – sia dei democratici che dei repubblicani – sono alquanto diverse. Questo punto è importante anche per sapere l’orientamento dei cosiddetti “latinos”, gli americani di origine latino-americana, che oggi costituiscono, con un totale 45-50 milioni, la minoranza più importante, decisiva nelle elezioni presidenziali negli Stati del Sud-Ovest; infine, a me pare che la situazione economica si faccia sempre più difficile e quindi le proposte e le soluzioni su questo argomento influenzeranno molto il voto.







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