Hillary Clinton batte Barack Obama nelle primarie democratiche in New Hampshire. Tra
i repubblicani affermazione del senatore McCain
Negli Stati Uniti, prosegue la corsa alla Casa Bianca che culminerà con il voto del
prossimo novembre. Per le primarie in New Hampshire, tenutesi ieri, i sondaggi davano
per certa, in campo democratico, la vittoria di Barack Obama, così come avvenuto in
Iowa. Ma Hillary Clinton è riuscita a sovvertire i pronostici. L'ex first lady – che
soltanto ieri veniva data come vicina al ritiro – ha infatti staccato di due punti
percentuali il suo avversario: 39% a 37%. Tra i Repubblicani, invece, affermazione
del senatore John Mc Cain. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:
Il New
Hampshire si conferma la terra del riscatto dei Clinton. Bill nel ’92, dopo ben 5
sconfitte, avviò nel piccolo Stato del New England la sua cavalcata verso la Casa
Bianca. E ieri Hillary ha messo a segno una rimonta sorprendente, che ha smentito
tutti i sondaggi della vigilia. La sua riscossa, infatti, fa il paio con un altro
dato: un’affluenza enorme con il doppio dei votanti, rispetto a quattro anni fa, ad
affollare i seggi. Quindi, nuovi elettori, soprattutto giovani ed indipendenti, sarebbero
andati a lei e non al senatore Obama, come gli esperti pensavano. Giornata di rivincita
anche per John Mc Cain, in campo repubblicano. Il senatore dell’Arizona ha sconfitto,
infatti, sia il magnate mormone, Mitt Romney, che il pastore battista
Huckabee, che aveva trionfato in Iowa, distanziando nettamente l’ex sindaco di New
York, Rudolph Giuliani. (Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana)
Ma
che cosa è cambiato nell’ultimo voto rispetto alle precedenti primarie? Giancarlo
La Vella lo ha chiesto al prof.Massimo Teodori, docente di Storia
americana all’università di Perugia:
R. –
Mi pare che le primarie dell’Iowa, con il trionfo di Obama, avevano suscitato eccessivi
entusiasmi, che erano stati proiettati sull’intera vicenda presidenziale, il che non
è corretto. In questo momento, mi pare che il confronto tra le candidature di Obama
e della Clinton, riprende la strada seria del dibattito tra due personalità, tra due
posizioni, tra due profili assolutamente diversi. Credo, tuttavia, che per avere un’idea
di quello che effettivamente accadrà, bisognerà attendere altre prove più importanti,
come il Super-martedì del 5 febbraio, quando ci saranno le primarie in una ventina
di Stati.
D. – Quali saranno i temi fondamentali
che sicuramente caratterizzeranno la campagna elettorale democratica e repubblicana?
R.
– La questione della guerra in Iraq e, più in generale, della guerra al terrorismo
è diminuita molto di importanza negli ultimi mesi. I temi sui quali probabilmente
si decideranno le elezioni sono: innanzitutto, il problema delle tasse, cioè se confermare
o respingere il taglio dei tributi effettuato dall’amministrazione Bush; poi c’è il
problema dell’immigrazione, tenendo presente che ci sono una decina di milioni di
immigrati illegali, provenienti soprattutto dall’America Centrale e dal Messico, rispetto
ai quali le opinioni – sia dei democratici che dei repubblicani – sono alquanto diverse.
Questo punto è importante anche per sapere l’orientamento dei cosiddetti “latinos”,
gli americani di origine latino-americana, che oggi costituiscono, con un totale 45-50
milioni, la minoranza più importante, decisiva nelle elezioni presidenziali negli
Stati del Sud-Ovest; infine, a me pare che la situazione economica si faccia sempre
più difficile e quindi le proposte e le soluzioni su questo argomento influenzeranno
molto il voto.