Nella regione di Mosca, i fedeli "sono affidati alle mie cure pastorali e a quelle
dell'arcivescovo" cattolico. Lo ha detto il Patriarca di Mosca Alessio II al termine
della celebrazione per il Natale ortodosso: intervista con il nunzio
Si arricchisce di un nuovo capitolo il dialogo tra cattolici e ortodossi: al termine
della solenne celebrazione, nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, della vigilia
del Natale ortodosso, festeggiato ieri dalle Chiese orientali che seguono il calendario
giuliano, il Patriarca di tutte le Russie Alessio II ha incontrato il nunzio apostolico
in Russia, l’arcivescovo Antonio Mennini, ed il nuovo arcivescovo dell'arcidiocesi
“Madre di Dio” a Mosca, mons. Paolo Pezzi. Alessio II ha rivolto i propri auguri a
Benedetto XVI, esprimendo anche vicinanza e fraternità al Papa. Su questo incontro
ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il nunzio apostolico, mons.
Antonio Mennini:
R. -
Il Patriarca ha fatto cenno a me e al nuovo arcivescovo della diocesi della Madre
di Dio a Mosca di avvicinarci. Abbiamo insieme baciato la croce che lui teneva e con
la quale aveva benedetto i fedeli. Poi il Patriarca - rivolgendosi in particolare
al nuovo arcivescovo che io gli ho presentato - si è detto pronto ad incontrarlo presto,
non solo per conoscerlo meglio ma per poter insieme studiare dei progetti pastorali
comuni per il beneficio dei fedeli della regione di Mosca. Ha sottolineato questo
elemento e detto che "i fedeli che vivono nella regione di Mosca sono affidati sia
alle mie che alle sue cure pastorali", e per questo dobbiamo lavorare, collaborare
insieme. Poi, rivolto a me, ha pregato ancora una volta di trasmettere al Santo Padre
fervidi auguri di ogni bene per il nuovo anno appena iniziato. Ha aggiunto che i sentimenti
suoi e della Chiesa ortodossa russa sono ispirati a motivi di grande rispetto e di
grande fraternità.
D. - Formulando gli auguri al
Papa, Alessio II ha anche espresso la volontà di incontrare il Santo Padre?
R.
- Questo non l’ha detto esplicitamente, anche se credo che lui lo voglia. Arriverà
anche questo momento, arriverà.
D. - Quindi, sono
tempi non ancora maturi per questo evento, ma la direzione sembra quella giusta...
R.
- Sì. Ci sono tutti i segnali che certamente lasciano ben sperare in sviluppi positivi.
Nell’incontro dopo la solenne celebrazione per il Natale, il Patriarca ha anche detto:
“Preghiamo di far pervenire a nome mio e a nome vostro, i migliori auguri di ogni
bene al Papa di Roma, esprimendo la nostra stima, vicinanza e fraternità”. In suo
onore - ha proseguito il Patriarca - “vi invito tutti ad alzarvi e a cantare”.
D.
- Quale è, eccellenza, il suo giudizio su questo incontro per il prosieguo del dialogo
tra cattolici e ortodossi?
R. - Mi sembra che questo
sia in linea già con le interviste rilasciate proprio alla vigilia dell’ordinazione
di mons. Pezzi dal metropolita Kirill, che rilevava come l’ordinazione dell’arcivescovo
rappresentasse un dono spirituale anche per tutta la Chiesa ortodossa. Io direi -
senza lasciarsi andare a voli pindarici - che questo conferma un "trend" di collaborazione
che non trova spazio soltanto a livello teorico, ma anche pratico. Questo è dimostrato
ad esempio dalla riunione, avvenuta il 28 dicembre, della Commissione mista cattolico-ortodossa,
stabilita qualche anno fa, che affronta diversi problemi pratici fra le due Chiese.
Mi sembra che ora non ci siano problemi che le due parti non possano affrontare apertamente
e liberamente insieme, senza incorrere nel rischio di rompere le relazioni o i rapporti;
senza incorrere nel rischio, soprattutto, che si venga a rompere un clima di fiducia,
di dialogo fondato però sul rispetto reciproco.
D.
- E percorrere quindi quelle strade indicate da Alessio II, cioè collaborare e conoscersi
meglio?
R. - Sì, e poi, quest’anno, il Patriarca
di Mosca e di tutte le Russie ha anche rivolto un messaggio molto bello: ha rilanciato
tutti i valori della famiglia, ha parlato contro il divorzio, contro l’aborto: non
a caso hanno proclamato il 2008 "Anno della famiglia".