In Terra Santa s'intrecciano l'Epifania celebrata dai cattolici e il Natale delle
Chiese Orientali
Di nuovo festa a Betlemme, con l’inizio, ieri, del Natale ortodosso per chi segue
il calendario Giuliano e le celebrazioni dell’Epifania, inaugurate sabato con il solenne
ingresso del Custode di Terra Santa in Basilica. Padre Pierbattista Pizzaballa, che
veniva da Gerusalemme, per entrare in Betlemme ha varcato ben tre porte nel muro che
chiude la città, attraversando lo stretto corridoio che conduce alla tomba di Rachele,
un passaggio che viene aperto solo in queste solenni occasioni. Dopo essere entrato
in Basilica per la porticina detta “dell’umiltà”, secondo lo status quo, nella chiesa
latina di Santa Caterina padre Pizzaballa ha salutato brevemente i fedeli, ricordando
come quella che per noi è la festa dell’Epifania, è per i nostri fratelli greci il
Natale del Signore. Il Padre Custode ha invitato quindi tutti a gioire contemplando
il Bambin Gesù, per essere testimoni del dono immenso di Dio che si è fatto uomo.
Ieri mattina, la celebrazione dell’Epifania in Santa Caterina è stata seguita dalla
solenne processione in grotta dove il Custode, come segno dei doni recati dai Magi,
ha deposto nel luogo della Natività, oltre all’incenso e alla mirra, anche la rosa
d’oro che fu donata da Papa Paolo VI ed ha quindi portato in processione dalla Grotta
in Basilica la statua del Bambino seduto in trono. Ieri mattina, al termine della
Messa in Santa Caterina, presieduta dal Custode di Terra Santa, secondo le regole
dello status quo, che determinano i turni nella Basilica della Natività, altri ingressi
solenni hanno animato la piazza della Mangiatoia: quelli del Patriarca greco Teofilo,
del patriarca siriano e di quello copto che, accolti dalla popolazione in festa, hanno
inaugurato le celebrazioni del Natale ortodosso. (A cura di Sara Fornari)