Il cardinale Bagnasco: "La fede ha un ruolo costruttivo nella vita civile"
"A volte si teme che la religione in genere, e la fede cristiana in concreto, non
sia compatibile con una democrazia laica, pluralista, tollerante" per cui "si cerca
di confinare la dimensione religiosa nel recinto della coscienza individuale e nella
semplice libertà di culto, senza riconoscere la valenza pubblica della fede e il diritto
delle diverse comunità religiose ad avere un ruolo costruttivo, anche se chiaramente
delimitato, negli ambiti della vita civile". Lo ha affermato l'arcivescovo di Genova
e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Angelo Bagnasco, nell'omelia
pronunciata ieri pomeriggio in occasione della Messa dei Popoli celebrata nella Cattedrale
di S.Lorenzo e ripresa dall'Agenzia Sir. Questa visione, però, "non tiene conto di
due dati fondamentali". Il primo – ha spiegato il porporato - è che "nel Dna del Cristianesimo
vi è il principio della differenza nell’unità, cioè il criterio di comprensione e
di valorizzazione di ogni differenza; vi è la ricerca perché la differenza non degeneri
in fattore di dissoluzione più o meno violenta". Il secondo dato, di carattere storico
è "la constatazione che il Cristianesimo si è rivelato come una autentica fucina di
vita culturale e sociale". “Il Cristianesimo – ha aggiunto l'arcivescovo di Genova
- a volte nonostante ombre e lentezze, storicamente si presenta come potente antidoto
contro il pericolo sempre in agguato di una mercificazione dell’uomo". (R.P.)