Arrestato in Cina un noto attivista dei diritti umani
Vibrate proteste nel mondo umanitario per l’arresto a Pechino di Hu Jia, noto attivista
dei diritti umani. La notizia è rimbalzata nelle cronache in tutto il mondo dopo gli
appelli in sua difesa lanciati da Amnesty International, da “China Human right Defenders”
e da “Reporter senza frontiere”. Hu Ja - arrestato il 27 dicembre scorso con l'accusa
di ''incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato - risulta tuttora detenuto
''in totale isolamento” senza avere incontrato il suo avvocato. Il suo arresto - denuncia
Amnesty – sarebbe avvenuto “nel contesto di repressione delle autorità cinesi sugli
attivisti per i diritti umani, in vista delle Olimpiadi di Pechino dell'agosto 2008''.
Obiettivi prescelti sarebbero ''coloro che tentano di denunciare le violazioni dei
diritti umani e di informare i mezzi di comunicazione e le organizzazioni non governative
all'estero''. Il governo cinese – rincara le accuse “China Human right Defenders”
(CHRD) - “continua ad infrangere le promesse fatte al mondo per ottenere i Giochi
Olimpici”, “ignora i diritti umani della popolazione, usando la legge come strumento
repressivo e la censura come metodo di salvaguardia della propria immagine”. Intanto
57 scrittori, avvocati e attivisti cinesi hanno sottoscritto una lettera per ottenere
la scarcerazione di Hu Ja, mentre un altro appello per la sua liberazione è aperto
alla firma sul sito Internet di Amnesty, che chiede alle autorità cinesi di garantire
piena libertà d'azione ai difensori dei diritti umani, ponendo fine a minacce, intimidazioni,
arresti e condanne nei loro confronti. Il riconoscimento dei diritti civili e sociali
in Cina viene invocato anche dalla Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ),
che invierà in primavera una missione in loco per sollecitare il Governo di Pechino
a promuovere misure concrete di liberalizzazione e rivendicare un’informazione libera,
non soltanto sportiva, nel Paese che ospiterà i Giochi Olimpici nell’agosto 2008.
A sollecitare una campagna internazionale in tal senso è l’Associazione “Articolo
21 per la libertà d’informazione e di espressione”, che chiede ai Governi del mondo
intero e alle Federazioni sportive di dare seguito ai rapporti negativi che giungono
dalla Cina. Da registrare la nota di protesta diffusa la scorsa settimana dal Club
dei corrispondenti esteri di Pechino, “particolarmente turbati” dalle intimidazioni
e aggressioni perpetrate, anche negli ultimi mesi, verso i giornalisti stranieri nonostante
gli accordi presi un anno fa dalle autorità cinesi sulla libertà di stampa, una volta
ottenuta l’assegnazione delle Olimpiadi. Del resto ammonisce il CHRD – “con l’avvicinarsi
dei Giochi è prevedibile che la morsa si stringa ancora di più: chiunque osa criticare
il governo per la situazione attuale delle Cina rischia la galera”. (A cura di
Roberta Gisotti)