Tensione in Georgia, dove Mikhail Saakashvili si conferma presidente
In Georgia è netto il vantaggio ottenuto da Mikhail Saakashvili nelle elezioni presidenziali.
Per lui, quasi il 60% dei consensi. Per gli osservatori dell’OSCE, le consultazioni
si sono svolte in modo regolare e senza borgli. Sarebbero dunque valide a tutti gli
effetti. Ma l’opposizione non accetta l'esito delle votazioni. Sulla situazione politica
nel Paese, Stefano Leszczynski ha intervistato Fulvio Scaglione, vice
presidente di Famiglia Cristiana:
R. – Sakashvili
è stato piuttosto abile nell’unire il referendum sull’adesione alla NATO alle elezioni
presidenziali, facendo così passare l’idea che lui è il garante dell’adesione della
Georgia alla NATO e quindi il garante dell’indipendenza e della dignità della Georgia
nei confronti della Russia. Però, è un po’ poco per convincere la gente, che è stremata
da una situazione economica a cui Sakashvili non ha saputo portare quasi nessun beneficio,
nonostante gli aiuti degli americani.
D. – Quali
sono gli interessi internazionali sulla Georgia?
R.
– Sbocca sul mare, è una tappa fondamentale del grande oleodotto Baku-Tblisi, appunto
capitale della Georgia, Cean, in Turchia, ed è naturalmente appostata in una zona
caldissima del pianeta, come il Caucaso, attaccata alla Russia, attaccata alla Cecenia:
ecco, questo detto molto sommariamente. Sono tutte ragioni fondamentali che il regime
di Sakashvili ha cercato di giocarsi, appunto, per ottenere un chiaro appoggio dagli
Stati Uniti che hanno inviato in Georgia mi pare 350 osservatori militari.
D.
– La Russia sembra guardare alla situazione georgiana, al momento, con un certo distacco
...
R. – Il regime di Sakashvili è alle corde, in
ogni caso. E quindi la Russia, in questo momento, non ha interesse ad esporsi troppo.
E’ un po’ la strategia che è stata seguita in Ucraina. Quando la Russia si è molto
esposta, all’epoca delle prime elezioni presidenziali, ha fatto una brutta figura
ed ha incassato una brutta sconfitta.