Questa mattina corteo storico a Via della Conciliazione per la XXIII edizione della
manifestazione folcloristica "Viva la Befana"
Bande musicali, gruppi folcloristici e di rievocazione storica hanno riempito questa
mattina di suoni e suggestive scenografie via della Conciliazione in occasione della
XXIII edizione del tradizionale corteo storico folcloristico “Viva la Befana”, promosso
dall’associazione Europae Familia. Ai partecipanti è giunto anche il saluto del Papa
e dopo l’Angelus, come consuetudine, i re magi hanno portato tre doni simbolici al
Santo Padre. Al corteo hanno preso parte anche centinaia di figuranti in costume a
piedi e cavallo. Ci illustra questa iniziativa, al microfono di Luca Collodi,
Sergio Balestrini, presidente dell’associazione Europae Familia:
R. –
Questi figuranti, nella nostra tradizione, ogni anno provengono da una località diversa,
proprio per celebrare l’universalità di questa festa. Quindi è come se Gesù fosse
nato a Subiaco e ad Arcinazzo e nell’Alta Valle dell’Aniene. E tutto il seguito, compresi
i Re Magi, provengono da quella zona. I temi fondamentali che improntano questa manifestazione,
sono la pace, la solidarietà e la fratellanza e il rispetto della tradizione. Abbiamo
per l’occasione fatto realizzare dei doni e questi tre doni sono ispirati proprio
all’ultima enciclica, “Spe salvi”. Noi abbiamo voluto, a nostro modo, rappresentare
la speranza. La speranza del mondo odierno su come fondare il tempo futuro della famiglia,
quindi sono tre doni, tre speranze. La prima, che si possa seguire la via di San Benedetto,
patrono d’Europa, ma anche seminatore della pace e della regola “Ora et Labora”; la
seconda, che la luce divina illumini le menti dei potenti della Terra al fine di far
tacere le armi con la solidarietà e la fratellanza. E la terza opera, invece, vorrebbe
significare che nel nuovo millennio i popoli dovrebbero maggiormente comprendere come
i dieci comandamenti della seconda tavola mosaica hanno vigore sempre. Non ci dobbiamo
dimenticare quali sono le nostre regole, perché a volte, durante il corso della nostra
vita, noi dimentichiamo non solo le nostre tradizioni, ma anche le regole che noi
stessi ci siamo date ed abbiamo accettato.