Nella prima visita del 2008, Benedetto XVI incontra le Missionarie della Carità che
gestiscono la Casa di accoglienza “Dono di Maria” in Vaticano
E’ Natale ogni volta che “permettiamo a Gesù di amare gli altri attraverso di noi”:
Benedetto XVI ha usato le parole di Madre Tersa per sottolineare il valore della Casa
“Dono di Maria” in Vaticano, fortemente voluta proprio dalla Beata di Calcutta e da
Giovanni Paolo II, vent’anni fa. In questa struttura, dove si sperimenta quotidianamente
la carità cristiana, il Papa ha voluto, stamani, compiere la sua prima visita del
2008. Benedetto XVI è stato accolto calorosamente dalle Missionarie della Carità,
guidate dalla superiora regionale, suor Maria Pia, e dai poveri assistiti nella Casa
“Dono di Maria”. All’entrata della struttura, anche un grande striscione di benvenuto
al Papa con una grande foto raffigurante Madre Teresa e l’allora cardinale, Joseph
Ratzinger. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Sono
qui per dirvi che il Papa vi vuole bene e vi è vicino! Benedetto
XVI ha racchiuso così, in questo pensiero affettuoso, il significato della sua visita
alla Casa “Dono di Maria”. Il Papa è stato accolto con una danza di benvenuto indiana
dalle novizie delle Missionarie della Carità. Quindi, si è recato nella sala mensa
delle donne dove si è soffermato con semplicità a parlare con le persone assistite.
E’ stata così la volta del discorso alla comunità del “Dono di Maria”. Una realtà,
ha ricordato il Santo Padre, che ha conosciuto bene quando era prefetto della Congregazione
della Dottrina della Fede. La sede del dicastero vaticano, presieduto dall’allora
cardinale Ratzinger, è infatti accanto alla Casa affidata alle Missionarie della Carità.
Per chiunque venga a bussare alla vostra porta, ha detto il Papa, è “un dono di Maria
sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle suore e dei volontari”. È ancora un
dono di Maria, ha aggiunto, “la presenza di chi si ferma ad ascoltare le persone in
difficoltà”. Parole corredate da espressioni di vivo incoraggiamento:
“Che
questo stile di amore evangelico suggelli e contraddistingua sempre la vostra vocazione
perché, oltre all’aiuto materiale, possiate comunicare a quanti quotidianamente incontrate
quella stessa passione per Cristo e quel luminoso “sorriso di Dio” che hanno animato
l’esistenza di Madre Teresa”. Papa
Benedetto si è quindi soffermato sul Natale vero “mistero di amore”, anzi “il mistero
dell’Amore”. Il tempo natalizio, è stata la sua riflessione, “ci mostra l’infinita
bontà di Dio che, facendosi Bambino, ha voluto venire incontro alla povertà e alla
solitudine degli uomini”:
“Ha accettato di abitare tra noi condividendo
le nostre quotidiane difficoltà; non ha esitato a portare insieme a noi il peso dell’esistenza,
con le sue fatiche e le sue preoccupazioni. E’ nato per noi, per restare con noi ed
offrire a chiunque gli apre la porta del proprio cuore il dono della sua gioia, della
sua pace, del suo amore”.
“Nascendo in una grotta, perché non c’era
posto per Lui altrove - ha detto ancora Benedetto XVI - Gesù ha conosciuto i disagi
che molti tra voi sperimentano”:
“Il Natale ci aiuta a comprendere
che Iddio non ci abbandona mai e sempre ci viene incontro, ci protegge e si preoccupa
di ciascuno di noi, perché ogni persona, soprattutto la più piccola e indifesa, è
preziosa ai suoi occhi di Padre ricco di tenerezza e misericordia”. Il
Papa ha messo l’accento sullo “stile di docile disponibilità, tipico delle figlie
spirituali di Madre Teresa di Calcutta”. Dopo il discorso, è salito alla mensa degli
uomini per un breve saluto e gli auguri di inizio anno. Quindi, ha visitato alcune
donne ammalate ricoverate nella Casa.
(Canti)
Ultimo
atto di questa visita, breve ma intensa, il Pontefice l’ha vissuto nella Chiesa di
San Salvatore in Ossibus, adiacente la Casa di accoglienza dove è stato accolto dai
canti festosi delle Missionarie della Carità e da alcuni religiosi dei due rami maschili
della famiglia fondata da Madre Teresa. “Tutti insieme", ha detto il Papa, "voi formate
una catena di carità cristiana senza la quale questa Casa, come ogni opera di volontariato,
non potrebbe esistere e continuare a servire tante forme di disagio e di bisogno”:
“Il
bel nome di questa casa, 'Dono di Maria', ci invita, all’inizio del nuovo anno, a
fare instancabilmente dono della nostra vita”. Di qui, l’invocazione
del Papa affinché la Vergine Maria “ci insegni a fare della nostra esistenza un dono
quotidiano a Dio Padre”, “testimoniando sempre con gioia l’amore di Gesù specialmente
verso gli ultimi e i poveri”.