2008-01-03 15:11:03

Appello della Chiesa boliviana a preservare la democrazia e il dialogo


"Lo scontro non offre mai nessun sbocco a nulla. Se vogliamo progredire occorre cercare sempre le vie dell'intesa, del rispetto della democrazia, dei suoi valori e dei suoi principi anche se a volte ci sono delle difficoltà. La cosa più importante è la preservazione della democrazia, della sua legalità e della sua legittimità". Così, il segretario della Conferenza episcopale della Bolivia, vescovo de El Alto, mons. Jesús Juárez, all'inizio del nuovo anno, che per il Paese si presenta particolarmente rilevante nella prospettiva dell'eventuale promulgazione della nuova Costituzione, che sarà sottoposta a referendum popolare entro il 14 marzo. Le parole del presule sono arrivate poco prima del cambio ai massimi vertici militari voluto dal presidente boliviano Evo Morales, che ha raccomandato alle nuove autorità militari di preservare l'unità e la democrazia, a fronte delle richieste di autonomia da parte di quattro delle nove regioni del Paese. Tra l'altro, Morales, il prossimo 7 gennaio dovrebbe incontrare i Governatori di queste regioni, che rifiutano il nuovo testo costituzionale. Quest’incontro, dopo un anno di gravi tensioni, con violenze che hanno causato la morte di alcune persone, potrebbe rappresentare l’apertura di un dialogo sincero “che la Chiesa cattolica, precisa mons. Jesús Juárez, ha sempre promosso e incoraggiato come il mezzo migliore per il progresso della nazione”. Il segretario dell’Episcopato ricorda inoltre che la Chiesa continuerà a facilitare ogni tipo d’incontro e d’intesa anche se non è chiamata a prendere parte in queste conversazioni. “La Chiesa, spiega, si affida alla responsabilità degli uomini politici e chiede loro di non abbandonare questo metodo, poiché è l’unico per garantire il bene di tutti”. Rammentando “le condizioni minime per un vero dialogo”, il presule ha ribadito che occorre “un cuore umile e una disponibilità al servizio” e, soprattutto, “il desiderio di andare incontro all’altro”; dunque bisogna, per il bene di tutti, “abbandonare ogni intransigenza”. Mons. Jesús Juárez, ribadisce infine che oggi più che mai tutti i leader politici e sociali “devono lasciare da parte tutto ciò che ostacola l’incontro e il dialogo” per operare “con la pace nel cuore, e della quale abbiamo bisogno tutti, sapendo che essa è il frutto della giustizia e dell’amore tra fratelli”. “La Chiesa non desidera né cerca nessun protagonismo. La Chiesa vuole solo servire ogni via che garantisca pace e dialogo per il bene della nostra nazione”, conclude il segretario generale dell’Episcopato. (A cura di Luis Badilla)







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