2008-01-02 15:11:14

Un altro anno nero per la libertà di stampa: Iraq, Somalia e Pakistan i Paesi più a rischio per i giornalisti


La libertà di stampa, un diritto calpestato ogni giorno in molti Paesi, attraverso censure e chiusure di agenzie, giornali, siti web, fino al rapimento, all’arresto, all’omicidio di operatori dell’informazione: almeno 86 i giornalisti e 20 i collaboratori di media uccisi nel 2007. Lo rivela il rapporto di “Reporter senza frontiere” pubblicato oggi. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3


106 i professionisti dell’informazione morti ammazzati lo scorso anno per motivi legati al proprio lavoro. Numerosi altri i casi non accertati di morti sospette o accidentali. A questa lista della vergogna che lede il diritto di tutti alla libertà d’espressione si aggiungono 67 giornalisti rapiti, 887 arrestati, 1511 aggrediti e minacciati, 528 media censurati; e ancora sul fronte Internet 37 blogger arrestati, 21 aggrediti, 2676 siti chiusi o sospesi.

 
In aumento costante le vittime negli ultimi 5 anni, dal 2002 ad oggi l’incremento è stato del 244 per cento. Oltre la metà degli omicidi del 2007 si è consumato in Iraq, dove dall’inizio della guerra nel 2003 sono morti 207 operatori dei media, più che nella guerra del Vietnam, nel conflitto nell’ex Jugoslavia e nel genocidio rwandese. Seguono la Somalia con 8 morti ed il Pakistan con 6 vittime nel 2007.

 
Ad aggravare la situazione è l’impunità: quasi il 90 per cento degli assassinii restano del tutto o in parte impuniti.

 
14 i giornalisti tutt’ora sotto sequestro, tutti in Iraq, 135 quelli in carcere nel mondo intero, oltre a 65 ciberdissidenti detenuti, massima parte in Cina, principale censore del web, insieme alla Birmania e alla Siria. Preoccupati anche i corrispondenti esteri di Pechino che oggi denunciano ripetute intimidazioni e aggressioni a giornalisti stranieri, nonostante le regole più liberali in vigore da un anno, in obbligo agli impegni presi dalla Cina con la comunità internazionale per le Olimpiadi e le Paraolimpiadi di quest’anno.

 
L’unica buona notizia di un altro anno ‘nero’ per la libertà di stampa arriva dalla Colombia: nessuna vittima. Non succedeva da 15 anni.







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