Un altro anno nero per la libertà di stampa: Iraq, Somalia e Pakistan i Paesi più
a rischio per i giornalisti
La libertà di stampa, un diritto calpestato ogni giorno in molti Paesi, attraverso
censure e chiusure di agenzie, giornali, siti web, fino al rapimento, all’arresto,
all’omicidio di operatori dell’informazione: almeno 86 i giornalisti e 20 i collaboratori
di media uccisi nel 2007. Lo rivela il rapporto di “Reporter senza frontiere” pubblicato
oggi. Il servizio di Roberta Gisotti:
106 i
professionisti dell’informazione morti ammazzati lo scorso anno per motivi legati
al proprio lavoro. Numerosi altri i casi non accertati di morti sospette o accidentali.
A questa lista della vergogna che lede il diritto di tutti alla libertà d’espressione
si aggiungono 67 giornalisti rapiti, 887 arrestati, 1511 aggrediti e minacciati, 528
media censurati; e ancora sul fronte Internet 37 blogger arrestati, 21 aggrediti,
2676 siti chiusi o sospesi.
In aumento costante le
vittime negli ultimi 5 anni, dal 2002 ad oggi l’incremento è stato del 244 per cento.
Oltre la metà degli omicidi del 2007 si è consumato in Iraq, dove dall’inizio della
guerra nel 2003 sono morti 207 operatori dei media, più che nella guerra del Vietnam,
nel conflitto nell’ex Jugoslavia e nel genocidio rwandese. Seguono la Somalia con
8 morti ed il Pakistan con 6 vittime nel 2007.
Ad
aggravare la situazione è l’impunità: quasi il 90 per cento degli assassinii restano
del tutto o in parte impuniti.
14 i giornalisti tutt’ora
sotto sequestro, tutti in Iraq, 135 quelli in carcere nel mondo intero, oltre a 65
ciberdissidenti detenuti, massima parte in Cina, principale censore del web, insieme
alla Birmania e alla Siria. Preoccupati anche i corrispondenti esteri di Pechino che
oggi denunciano ripetute intimidazioni e aggressioni a giornalisti stranieri, nonostante
le regole più liberali in vigore da un anno, in obbligo agli impegni presi dalla Cina
con la comunità internazionale per le Olimpiadi e le Paraolimpiadi di quest’anno.
L’unica
buona notizia di un altro anno ‘nero’ per la libertà di stampa arriva dalla Colombia:
nessuna vittima. Non succedeva da 15 anni.