Ancora violenza nella Striscia di Gaza mentre volge al termine l'odissea dei pellegrini
palestinesi di rientro dalla Mecca
Nuova giornata di violenze nella Striscia di Gaza, dove la scorsa notte unità speciali
israeliane hanno compiuto un’incursione, nel rione di Sajaya. Sembra anche che elicotteri
israeliani da combattimento siano intervenuti sparando diversi razzi. Almeno sette
miliziani sono stati uccisi, cinque dei quali del braccio armato di Hamas, Brigate
Ezzeddin al-Qassam. Fra i morti, un comandante locale delle Brigate. Gli altri due
miliziani uccisi appartengono ai Comitati di resistenza popolare. Intanto, sta per
concludersi, secondo i dirigenti di Hamas a Gaza, l'odissea di circa duemila pellegrini
palestinesi reduci da La Mecca che negli ultimi giorni, per ragioni diplomatiche,
hanno trovato difficoltà a tornare a Gaza. Secondo fonti egiziane, una donna del gruppo
bloccato nella cittadina egiziana di el-Arish è morta per un abbassamento della pressione.
Lunedì un'altra donna era morta.
Israele Non la Jihad islamica nè
Hamas, bensì membri di al-Fatah e dei servizi di sicurezza dell'Anp sono responsabili
dell'uccisione di due soldati-coloni avvenuta venerdì in un attentato nella zona di
Telem (presso Hebron, Cisgiordania): è quanto sostiene lo Shin Bet, il servizio di
sicurezza israeliano, anche se il ministro palestinese per gli Affari esteri Riad
el-Malki smentisce. L'attentato è stato rivendicato congiuntamente da Hamas e dalla
Jihad islamica. Secondo lo Shin Bet, quella rivendicazione è stata pubblicata per
depistare le indagini. L'episodio (che segue di un mese l’uccisione di un colono da
parte di due agenti dell'Anp presso Nablus) rischia ora di suscitare nuove polemiche,
specialmente mentre l'Anp cerca di ottenere da Israele il permesso di introdurre in
Cisgiordania una cinquantina di mezzi blindati. La notizia, inoltre, arriva a pochi
giorni dalla visita del presidente George Bush, che cerca di rafforzare la cooperazione
bilaterale nello spirito della Conferenza di Annapolis (Usa). Per la visita, fa sapere
Israele – è pronto un 'esercito' di settemila agenti di polizia.
Iraq Una
donna kamikaze si è fatta saltare in aria nella città irachena di Baquba causando
la morte di dieci persone e il ferimento di altre otto. L'attentato è stato messo
a segno nell'ufficio passaporti di Baquba, capoluogo della provincia di Diyala, e
l'obiettivo era il capo del Comitato per il Risveglio locale, un'alleanza di tribù
che si battono contro il terrorismo. Inoltre, all'alba due fratelli iracheni, uno
soldato e l'altro agente di polizia, sono stati assassinati da un gruppo di miliziani
in una cittadina della regione meridionale di Kut, a 180 km a sud di Baghdad. Nelle
stesse ore le autorità giudiziarie irachene hanno disposto il rilascio da diverse
carceri del Paese di 201 detenuti, dopo che è stata riconosciuta la loro innocenza.
Pakistan Le elezioni in Pakistan, inizialmente previste per l'8
gennaio, sono state rinviate al 18 febbraio. Lo ha detto in una conferenza stampa
il presidente della commissione elettorale pachistana Qazi Muhammad Farooq. E c’è
da dire che il Pakistan si è dichiarato ''aperto'' all'aiuto dall'estero nelle inchieste
sulla morte di Benazir Bhutto. L'annuncio è arrivato al termine dell'incontro tra
il presidente pachistano, Musharraf, e il ministro degli Esteri francese, Kouchner,
primo esponente di governi stranieri ad arrivare in Pakistan dopo la morte della Bhutto.
Il giornale pachistano "The Nation", citando fonti del Partito del Popolo Pachistano,
afferma che sarebbe stata un'arma a tecnologia laser ad uccidere Benazir Bhutto. Il
giornale riporta una dichiarazione di una fonte anonima del partito che cita le affermazioni
di uno dei medici che si occuparono della Bhutto subito dopo l'arrivo in ospedale.
Secondo la fonte citata da The Nation, i colpi di pistola e l'esplosione rappresentavano
solo un'esca per distogliere l'attenzione dai veri killer. La fonte ha inoltre riferito
che l'ambulanza raccolse anche un altro corpo senza vita trovato dietro al palco del
Liaqat Bagh, dove Benazir aveva appena tenuto un comizio elettorale. In ogni caso,
una ricompensa equivalente a 112 mila euro è stata offerta dal governo provinciale
del Punjab a chiunque fornisca informazioni utili sull'attentato a Benazir Bhutto.
Inoltre, le autorità fanno sapere che le forze di sicurezza pachistana hanno ucciso
almeno 25 militanti legati ad al Qaida, durante scontri nella parte meridionale del
Waziristan, zona tribale nel nord-ovest del Paese al confine con l'Afghanistan, in
operazioni in corso ieri.
Accordo sul nucleare tra India e Pakistan I
governi di India e Pakistan si sono scambiati ieri le liste delle loro istallazioni
nucleari. Lo riferisce la stampa indiana. Lo scambio di informazioni è avvenuto a
Islamabad e fa parte dei punti dell'accordo di cooperazione e distensione sottoscritto
dai due Paesi, per la normalizzazione dei rapporti. Le due liste comprendono le istallazioni
nucleari contemplate nell'''Accordo sulla proibizione degli attacchi contro le istallazioni
nucleari e loro pertinenze'', sottoscritto a Delhi tra i due Paesi e che ha segnato
un punto importante nella normalizzazione dei rapporti fra i cugini ex rivali nucleari.
Le liste sono state scambiate dal sottosegretario agli Esteri KPS Menon e dalla sua
controparte Humayun Khan. Secondo l'accordo, nel mese di gennaio di ogni anno i due
Paesi devono scambiarsi le informazioni delle istallazioni nucleari.
Attentato
in Algeria Sembra siano 4 i morti e 22 i feriti per l’esplosione nei pressi
di un commissariato a Naciria, nella regione algerina di Boudermes (60 chilometri
a est di Algeri). Il ministero dell'Interno aveva in precedenza fornito un primo bilancio
di tre morti nell'esplosione su cui però non erano stati rivelati dettagli nè particolari
delle circostanze dell'esplosione. Secondo i testimoni il kamikaze avrebbe tentato
di lanciarsi contro la sede del commissariato a bordo dell'auto per farsi esplodere.
L'11 dicembre scorso due autobomba avevano preso di mira due agenzie delle Nazioni
Unite ed il consiglio costituzionale provocando 43 morti.
La Siria e la
questione libanese La Siria ha deciso di interrompere la cooperazione con la
Francia per metter fine all'attuale vuoto istituzionale libanese. Lo ha annunciato
in una conferenza stampa a Damasco il ministro degli Esteri siriano Walid al-Muallim.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy aveva affermato domenica scorsa l'interruzione
dei contatti con la Siria, che appoggia l'opposizione libanese, fino a quando “non
si avranno prove delle volontà dei siriani di lasciare che il Libano nomini un presidente
della Repubblica di consenso”. Muallim ha ricordato di aver ''concordato a lungo con
la controparte francese una soluzione complessiva per il Libano'' ed ha accusato gli
Stati Uniti di avere sabotato gli sforzi fatti dalla stessa Siria e dalla Francia,
che sostiene la maggioranza parlamentare antisiriana, per favorire un compromesso
in Libano per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Inoltre, secondo
l'agenzia di stampa governativa "Sana" la Siria ha negato di aver mai discusso con
un rappresentante Usa la questione delle condizioni dei prigionieri politici detenuti
nelle carceri siriane. Al termine della sua visita il 29 e il 30 dicembre scorsi a
Damasco, il deputato democratico aveva dichiarato di aver ricevuto dal presidente
siriano Bashar al-Assad assicurazioni circa la prossima liberazione di alcuni rappresentanti
della società civile arrestati a partire dal 9 dicembre.
La Slovenia è
presidente di turno dell'UE Dal primo gennaio, presidente di turno dell'Unione
Europea è la Slovenia, piccolo Paese ex comunista, che ha proclamato la propria indipendenza
solo nel 1991 ed è entrata nella Ue nel 2004. La Slovenia - due milioni di abitanti
- è la prima, tra i nuovi entrati dell'Europa dell'est, ad accogliere la sfida diplomatica
del semestre di presidenza europea. Sul significato di questa presidenza, in particolare
per l’area dell’est e dei Balcani, Fausta Speranza ha intervistato Luigi
Geninazzi,inviato del quotidiano Avvenire:
R. –
Significa qualcosa che va oltre il livello simbolico credo. La Slovenia è il Paese
dell’est entrato nell’Unione Europea insieme ad altri nel 2004 che ha fatto senz’altro
più strada, che ha fatto passi molto veloci. E’ già entrata nell’euro e si è integrata,
quindi, anche a livello economico e finanziario nell’Unione. Io credo che la presidenza
slovena abbia un grande significato per i Paesi dell’Est, ma soprattutto per i Balcani.
Ovviamente tutti notiamo la coincidenza della presidenza di Lubiana con l’aggrovigliarsi
della situazione tra Serbia e Kosovo.
D. – I Balcani:
nel messaggio Urbi et Orbi il Papa li ha nominati tra le terre martoriate, tra le
terre difficili, di crisi. Qual è, secondo te, la speranza per i Balcani?
R.
– Che davvero si incominci ad entrare in una logica molto difficile, purtroppo, ma
necessaria, di perdono reciproco, e non solo per il Kosovo, ma per tutta la situazione
dei Balcani. Pensiamo ancora alle tensioni che esistono in Bosnia, ai problemi che
covano sotto la cenere in Macedonia. Credo che bisogna pensare a tutte queste situazioni,
che soprattutto possono essere risolte solo in un’ottica che non sia solo economica
o politica. Purtroppo, sappiamo, quando si tratta di popoli, quanto sia difficile,
ancora più che per gli individui, introdurre il principio del perdono reciproco, quello
che Giovanni Paolo II ha sempre detto: “Perdonare e chiedere perdono”. E la situazione
che esiste fra Belgrado e Pristina lo testimonia: c’è un muro contro muro in cui ognuno
rivendica le sue ragioni, denuncia i torti degli altri, ma non riesce a capire i propri
torti, a fare un passo in avanti verso una riconciliazione effettiva.
Sri
Lanka E' opera dei ribelli Tamil, secondo fonti militari, l'attacco che oggi
nella capitale dello Sri Lanka ha provocato la morte di almeno quattro persone (cinque
secondo altre fonti) e il ferimento di 24. Stando alle prime ricostruzioni, un ordigno
è esploso in una trafficata zona di Colombo, all'esterno dell'hotel Nippon al passaggio
di un autobus con a bordo soldati malati o feriti diretti in ospedale. Le vittime
certe sono un soldato e tre civili tra cui due ragazzi di 14 e 16 anni, mentre tra
i feriti ci sono 10 soldati e 14 civili. C'è inoltre chi riferisce che i soldati morti
sono due. Da parte loro i Tamil smentiscono. Un episodio questo che è solo l'ultimo
in ordine di tempo in un Paese martoriato, dove gli scontri sono all'ordine del giorno,
a causa di una guerra civile che ha provocato circa 70.000 vittime dall'inizio del
conflitto nel 1983. Birmania Per evitare che la gente possa
vedere servizi e notiziari dissidenti o internazionali, la giunta militare al potere
in Birmania ha decretato, senza preavviso, un aumento di 166 volte del canone di abbonamento
annuale alla tv satellitare. I possessori di parabola e decoder, senza sapere nulla,
si sono recati a pagare all'ufficio postale e si sono sentiti dire che invece dei
soliti 6.000 kyat avrebbero dovuto pagare un milione di kyat, pari a circa 530 euro,
circa tre volte il reddito annuale di un birmano medio. Per molti dei 56 milioni di
birmani, da 45 anni sotto una dittatura militare, le uniche fonti di informazione
diverse da quelle di regime sono le emittenti satellitari internazionali, tra cui
la 'Democratic Voice of Burma' (Dvb, Voce democratica della Birmania), un network
di dissidenti birmani con base in Norvegia.
Spagna L'organizzazione
separatista armata basca Eta ha rivendicato due attentati commessi il 16 e il 24 dicembre
scorsi nei Paesi Baschi in cui qui non ci sono state vittime ma solo danni materiali.
Lo si legge in un comunicato fatto pervenire dall'Eta oggi al quotidiano basco 'Gara'.
Si legge sul sito Internet del giornale, canale regolarmente utilizzato dall'Eta per
comunicare, che l'organizzazione rivendica l'attentato del 16 dicembre contro un tribunale
a Sestao e quello del 24 dicembre contro una sede del partito socialista a Balmaseda.
In entrambi i casi, nell'immediato, gli attacchi erano stati rivendicati in forma
anonima.
Evacuazioni per il vulcano Llaima in Cile Decine di turisti
sono stati evacuati dal sud del Cile, dove il vulcano Llaima ha dato il via ad un’eruzione
diffondendo nel cielo una enorme scia di fumo e coprendo il parco che lo circonda
di cenere. Finora non ci sono notizie di danni a persone o a cose. Il vulcano si trova
nella regione di Araucania, nel sud del Cile, all'interno del parco nazionale del
Conguillio e circa 82 cilometri dalla città di Temuco. Il vulcano ha cominciato ad
eruttare ieri sera e una colata di lava è uscita sul versante orientale della montagna.
Gli esperti non sono stati in grado di prevedere se l'eruzione possa avere ulteriori
sviluppi nelle prossime ore. Il vulcano Llaima, uno dei più attivi del Cile, ha di
frequente moderate eruzioni. (Panoramica internazionale a cura di Fausta
Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LII no. 2 E' possibile
ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino
del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.