Alla prima udienza generale dell'anno, il Papa parla di Maria "Madre di Dio" e le
affida il 2008: ci guidi sulle "vie del bene"
Una catechesi su Maria “Madre di Dio” - il titolo con il quale la Chiesa invoca la
Vergine il primo dell’anno - è stata svolta questa mattina da Benedetto XVI nella
prima udienza generale del 2008. Il Papa ha parlato in Aula Paolo VI davanti a circa
settemila persone, sviluppando una riflessione mariana tra storia e spiritualità,
affidando alla Madonna l’anno appena iniziato perché, ha detto, ci aiuti “a camminare
più speditamente sulle vie del bene”. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Immacolata
Concezione”, “Assunta”, “Madre della Chiesa”. Di tutti i grandi titoli con i quali
la Madonna viene invocata, ce n’è uno al quale tutti si riconducono, il primo e il
più antico riconosciuto dalla Chiesa: Maria come Theotokos, cioè “Madre di Dio”. Fin
dal terzo secolo, i cristiani - ha ricordato Benedetto XVI - avevano subito sviluppato
una profonda devozione verso Colei che aveva offerto se stessa al mistero dell’Incarnazione.
Una devozione strettamente legata alle “accese discussioni” che a quell’epoca erano
sorte attorno alla persona di Cristo. Con il titolo di Theotokos, ha spiegato il Papa,
si intendeva riconoscere che “Cristo è Dio ed è realmente nato come uomo da Maria”,
preservandone così “la sua unità di vero Dio e di vero uomo”. Verità poi confermata
solennemente nel Concilio di Efeso del 431:
“La
qualifica di Madre di Dio, così profondamente legata alle festività natalizie, è pertanto
l'appellativo fondamentale con cui la Comunità dei credenti onora, potremmo dire,
da sempre la Vergine Santa. Essa esprime bene la missione di Maria nella storia della
salvezza. Tutti gli altri titoli attribuiti alla Madonna trovano il loro fondamento
nella sua vocazione ad essere la Madre del Redentore, la creatura umana eletta da
Dio per realizzare il piano della salvezza, incentrato sul grande mistero dell'incarnazione
del Verbo divino”. “La devozione del popolo cristiano -
ha proseguito Benedetto XVI - ha sempre considerato la nascita di Gesù e la divina
maternità di Maria come due aspetti dello stesso mistero dell’Incarnazione del Verbo”:
“E
perciò non ha mai considerato la Natività come una cosa del passato. Noi siamo ‘contemporanei’
dei pastori, dei magi, di Simeone e di Anna, e mentre andiamo con loro siamo pieni
di gioia, perchè Dio ha voluto essere il Dio con noi ed ha una madre, che è la nostra
Madre”.
L’essere definita come “Madre di Dio”
è stato il primo dei privilegi poi attribuiti alla Madonna, via via riconosciuta come
immune dal peccato originale al momento della nascita e quindi priva della corruzione
del corpo al momento della morte. Nel 1964, durante il Vaticano II, Paolo VI attribuì
alla Vergine anche il titolo di “Madre della Chiesa”: una qualità - ha commentato
con delicatezza il Pontefice - che avvicina ancor più la Madonna al cuore di ognuno:
“Sappiamo
che tutti questi privilegi non sono concessi per allontanare Maria da noi, ma al contrario
per renderla vicina; infatti, essendo totalmente con Dio, questa Donna è vicinissima
a noi e ci aiuta come madre e come sorella”.
L’udienza
che Benedetto XVI aveva introdotto con la bella e antichissima benedizione contenuta
nel Libro dei Numeri – “Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare
su di te il suo volto e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto
e ti conceda pace” - è stata conclusa dal Papa con i consueti saluti nella varie lingue,
fra i quali quello ai nuovi sacerdoti dei Legionari di Cristo, e da un nuovo augurio
di intenzione mariana:
“Che il nuovo anno, iniziato
sotto il segno della Vergine Maria, ci faccia sentire più vivamente la sua presenza
materna, così che, sostenuti e confortati dalla protezione della Vergine, possiamo
contemplare con occhi rinnovati il volto del suo Figlio Gesù e camminare più speditamente
sulle vie del bene. Ancora una volta, Buon Anno a tutti!”