In Kenya è salito ad oltre 250 il bilancio delle vittime, in seguito agli scontri
scoppiati dopo la riconferma di Mway Kibaki come presidente della Repubblica. Mentre
il segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon invita alla calma, il candidato sconfitto
Raila Odinga indice una manifestazione di protesta. Il servizio di Giulio Albanese:
Finalmente
una notte tranquilla nelle baraccopoli di Nairobi, in particolare nessuno scontro
o incidente a Kibera, feudo del leader dell’opposizione, Raila Odinga, che ieri ha
lanciato ai suoi sostenitori un chiaro messaggio alla calma, annunciando però una
grande manifestazione per il 3 gennaio ad Uhuru Park, al centro di Nairobi. Sono attese
almeno un milione di persone, ma forse anche di più. Ma anche se stamani la situazione
appare più calma, cresce con il passare delle ore il bilancio delle vittime. Ormai
si ipotizza un bilancio di ben oltre 200 morti e c’è addirittura chi parla di 500
vittime. Ma non c’è nulla per ora di ufficiale. Solo a Kisumu, culla dell’etnia Luo,
quella di Odinga, tra gli epicentri degli scontri dove vige tuttora il coprifuoco,
nell’obitorio ci sono circa un centinaio di cadaveri, quasi tutti uccisi a colpi di
arma da fuoco, ma anche con macete. Intanto, l’Unione Europea ha sfiduciato il risultato
scaturito dalle elezioni presidenziali, che hanno portato alla rielezione di Mway
Kibaki, stigmatizzando il fatto che la tornata elettorale si è rivelata ben al di
sotto degli standard internazionali di democrazia.