2008-01-01 11:41:45

I giovani di tutta Europa, riuniti a Ginevra dalla Comunità ecumenica di Taizé, ripartono dalla città elvetica con l’impegno della riconciliazione


40 mila giovani di ogni parte d’Europa lasceranno oggi Ginevra, dove hanno partecipato al “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”, organizzato ogni anno dalla Comunità ecumenica internazionale di Taizé, fondata – lo ricordiamo - da Frère Roger nel 1940. Inaugurato nel 1978, all’indomani dell’elezione di Giovanni Paolo II, e giunto alla 30ma edizione, l'incontro per la prima volta ha fatto tappa in Svizzera, nella città che vide le origini della Comunità di Taizé, poi trasferitasi nella Borgogna francese. Ieri sera i giovani hanno animato in tutte le parrocchie ginevrine le Veglie di preghiera per la Pace, per poi concludere il raduno con la Festa dei popoli. Roberta Gisotti ha intervistato Fratel Alois, nuovo priore della Comunità di Taizé, dopo la scomparsa due anni fa di Frère Roger:RealAudioMP3


D. – Fratel Alois, lei quest’anno ha consegnato ai giovani riuniti a Ginevra una lettera scritta a Kochabamba, in Bolivia, nell’ottobre scorso, in occasione di un incontro di 7 mila giovani latinoamericani che vivono contesti socioculturali molto diversi da quelli europei. Allora, quali valori comuni ha voluto sottolineare per i giovani di tutto il pianeta?

 
R. – La riconciliazione è l’impegno di tanti giovani in Bolivia, ma la situazione non è facile. La Chiesa, però, può aiutare per una riconciliazione nel Paese. Io penso che questa riconciliazione sia importante anche in Europa, per i giovani. Per questo ho scritto la lettera di Kochabamba su questo tema, perchè la riconciliazione significa andare verso gli altri. Non è facile, però nemmeno complicato. Dobbiamo andare, uscire dal nostro piccolo mondo per andare verso gli altri e questo abbiamo fatto in questi giorni a Ginevra. Speriamo che i giovani continuino in questo impegno di riconciliazione.

 
D. – Per la prima volta la comunità di Taizé ha raccolto i suoi giovani a Ginevra, dove ha avuto origine la stessa comunità. C’è stato qualche segno particolare che ha caratterizzato questo raduno?

 
R. – Sì, una chiamata ai cristiani perché si riconcilino. Questa era l’intuizione di Frère Roger, dall’inizio. Qui a Ginevra abbiamo ripreso questa intuizione, perchè i cristiani cerchino un’unità visibile. Non dobbiamo abbandonare questo impegno.

 
D. – In particolare, quale tesoro porteranno con sé i giovani al ritorno da Ginevra, una volta rientrati nel loro Paese, nelle loro famiglie, tra i loro amici?

 
R. – La cosa più importante è che i giovani credano alla presenza di Dio nella loro vita, perchè oggi non è facile credere per i giovani. Per molta gente Dio è qualcuno lontano.

 
D. – Fratel Alois questo permetterà ai giovani di portare qualcosa anche a chi è lontano dalla fede?

 
R. – Sì, la riconciliazione significa anche questo: allargare la nostra amicizia a tutti, andare verso gli altri. Abbiamo parlato per esempio degli immigrati, che qui in Europa sono così vicini a noi, ma anche tanto lontani. Dobbiamo andare verso di loro.







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