Ecumenismo e difesa della famiglia al centro della Marcia della Pace a Bergamo
“Dobbiamo renderci conto che non difendendo la famiglia ci tagliamo l’erba sotto i
piedi, dobbiamo rendercene conto anche noi cattolici, perché, come ci insegna il Papa,
non si può lavorare per la pace se nel frattempo qualcuno distrugge la famiglia”.
Con queste parole mons. Arrigo Miglio, presidente della commissione CEI per la pastorale
sociale e del lavoro, ha illustrato il senso della 40.ma Marcia della pace che si
è tenuta ieri a Bergamo ed è stata caratterizzata da una marcata ispirazione ecumenica.
Dalla città orobica la Marcia per la pace dei cattolici italiani, frutto dell’impegno
congiunto della CEI, della Caritas e di Pax Christi, aveva mosso i suoi primi passi
nel 1968, quando Paolo VI decise di fare del Capodanno la Giornata della pace. Da
allora, ha ricordato il vescovo Miglio, il Magistero in questo campo è cresciuto enormemente,
fino al messaggio di quest’anno, con cui Benedetto XVI salda i destini della pace
a quelli della famiglia. Consapevoli di vivere un tempo di dure polemiche sul matrimonio
e di feroci attacchi alla vita, tremila fedeli hanno deciso di riflettere e di pregare
a Bergamo su questo legame e sugli altri punti nodali del messaggio, la difesa dell’ambiente
e il disarmo, tornato d’attualità con la crisi pakistana. Degli sforzi fatti dalla
diplomazia vaticana per la pace nel mondo ha parlato, aprendo la marcia a Sotto il
Monte, città natale di Giovanni XXIII, mons. Loris Capovilla, che del "Papa buono"
è stato il segretario particolare. “Papa Giovanni scrisse che noi serviamo l’uomo
in quanto tale e non solo i cattolici e che se la linea della Chiesa è cambiata nel
tempo non vuol dire che il Vangelo sia cambiato ma solo che noi cominciamo a comprenderlo
meglio”, ha spiegato il vescovo, sottolineando anche che “non c’è pace senza giustizia,
non c’è giustizia senza perdono, non c’è perdono senza amore”. E proprio all’amore
fraterno che unisce cristiani, ebrei e musulmani in quanto figli di Abramo è stata
dedicata la Marcia, dalla preghiera ecumenica che si è tenuta a Seriate, al dibattito
sul dialogo in Medio Oriente, ultima tappa del cammino che si è concluso con la Messa
di mezzanotte nel seminario di Bergamo alta. L’ha celebrata, con numerosi vescovi
lombardi e piemontesi, mons. Roberto Amadei. Il vescovo di Bergamo ha voluto ospitare
la Marcia anche per inaugurare l’Anno giovanneo, con cui Bergamo ricorda i 50 anni
dall’elezione di Papa Roncalli. “L’educazione alla pace – ha spiegato mons. Amadei
nell’omelia – è necessaria quanto faticosa perché implica una conversione continua
ma solo se saremo noi stessi persone di pace potremo dare un vero contributo”. Infine,
l’appello del vescovo di Troyes, Marc Stenger, presidente di Pax Christi France: “Una
delegazione sta partendo per l’Iraq, venite anche voi italiani, i cristiani di quel
Paese hanno bisogno di tutti noi”. (A cura di Paolo Viana)