2007-12-29 15:13:48

Intervento di mons. Crepaldi nel dibattito sui cambiamenti climatici


Nell’ambito del dibattito sui cambiamenti climatici, che vede la tesi della responsabilità dell’uomo contrapposta a quella che spiega il riscaldamento della terra con la naturale ciclicità dei mutamenti ambientali, mons. Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, prende le distanze dalle tesi catastrofiste. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3


La Chiesa rifiuta ogni forma radicale di ecologismo. Questo in sintesi il pensiero di mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, intervistato dall’agenzia Fides sul tema dei cambiamenti climatici. “È innegabile che esistano movimenti, culturali e politici, che utilizzano le ricerche scientifiche in maniera strumentale ed ideologica” ha detto il presule. La Dottrina Sociale della Chiesa – ha spiegato – rifiuta le tesi del catastrofismo ambientale “perché subordinano l’uomo ad una presunta centralità della natura”, e perché mettono a repentaglio “il diritto allo sviluppo dei Paesi poveri”. Un approccio che rischia di alimentare una “visione dell’uomo e della natura che alla fine si rivela essere contro l’uomo e contro la natura”. Citando il pensiero di Papa Benedetto XVI, ispirato ad alcuni passi della Sacra Scrittura, mons. Crepaldi ha ricordato che l’uomo è chiamato a custodire e a coltivare la terra, e quindi a rifiutarne lo “sfruttamento dissennato” e a lavorarla “con spirito di equità e di solidarietà”. “I beni della Terra hanno una valenza e un valore universale” – ha aggiunto – e per questo “non possono essere oggetto di accaparramento da parte di una piccola fetta di umanità”. Piuttosto vanno “usati in una prospettiva di solidarietà” che “che non si limita a soddisfare i bisogni delle generazioni di oggi, ma tiene presente le esigenze delle generazioni future”. Un’idea di “progresso sostenibile” che va perseguita adottando stili di vita e modelli di produzione e consumo adeguati. Mons. Crepaldi ha ricordato infine che la politica “deve recuperare la capacità di discernimento ed essere libera da condizionamenti di carattere ideologico e affaristico”. Un premessa necessaria per affrontare il tema della salvaguardia dell’ambiente in maniera sapiente, equilibrata ed efficace.







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