Rischia il deterioramento la Sacra Culla di Gesù conservata nella Basilica romana
di Santa Maria Maggiore
E’ allarme per la Sacra Culla, conservata nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore
a Roma. Le cinque assicelle di acero del I secolo ritrovate in Terra Santa da Elena,
Madre dell'imperatore Costantino, che farebbero parte della mangiatoia in cui sarebbe
stato deposto Gesù a Betlemme poco dopo la nascita, mostrano i segni di un preoccupante
deterioramento. “Per questo occorre un restauro urgente non solo della reliquia ma
anche della teca che la contiene ormai diventata troppo vulnerabile” spiega mons.
Franco Gualdrini, prefetto della Sacrestia di Santa Maria Maggiore intervistato
da Federico Piana:
R. –
La prima cosa che faremo subito dopo le feste è incaricare una commissione di esperti
perché guardino la Culla, la esaminino e dicano loro cosa è opportuno fare. Ma io
credo, senz’altro, che si possa intervenire.
D. –
Mons. Gualdrini, facciamo anche un po’ di storia. Questa Sacra Culla da dove arriva
e cosa rappresenta per tutti noi?
R. – La Culla di
Gesù era già venerata in Palestina. Nel 642, Teodoro, di origine palestinese, diventa
Papa e allora San Sofronio, che era patriarca di Gerusalemme e suo amico, gli dona
queste reliquie della Sacra Culla, che erano a Betlemme. Così arriva a Roma e il Papa
la manda a Santa Maria Maggiore verso il 650. Santa Maria Maggiore da allora fu chiamata
Santa Maria ad Praesepe. Durante i secoli, i pellegrini che venivano a Roma andavano
a venerare la Sacra Culla a Santa Maria Maggiore, Santa Maria ad Praesepe.
D.
– Possiamo dire che la Sacra Culla sia ancora sentita e venerata dai romani?
R.
– Quando i pellegrini vengono a Santa Maria Maggiore non possono non accorgersene,
visto che è lì al centro. Che sia da rinvigorire questa devozione, forse sì...