I dotti musulmani firmatari del documento “Una parola comune” sono pronti ad incontrare
Benedetto XVI: ad annunciarlo, in una lettera al cardinale Bertone, è il principe
giordano Ghazi bin Muhammad bin Talal
I dotti musulmani, firmatari della Lettera Aperta ai leader cristiani, “Una Parola
comune tra Noi e Voi” ringraziano Benedetto XVI per il suo “personale incoraggiamento
e interessamento” nei confronti del dialogo cattolico-musulmano. E’ quanto sottolinea
uno dei firmatari e promotore del documento, il principe giordano Ghazi bin Muhammad
bin Talal, in una lettera inviata al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Rincuorati
dalla recente visita in Vaticano” del re saudita Abd Allah bin Abd Al-Aziz, siamo
“molto disponibili ad incontrare” Benedetto XVI a Roma. E’ quanto scrive il principe
giordano al cardinale Bertone, dopo essersi consultato con un buon numero dei principali
firmatari e sostenitori della Lettera dei 138 dotti musulmani al Papa e ai leader
cristiani. Il principe si sofferma sulle due dimensioni del dialogo: intrinseca, che
si riferisce alle nostre anime, ed estrinseca, che si riferisce alla società. Il dialogo,
viene ribadito nella lettera, è “per definizione tra persone con punti di vista differenti,
non tra persone con lo stesso punto di vista”. “Il nostro motivo per dialogare – prosegue
la lettera – è essenzialmente voler cercare la buona volontà e la giustizia per praticare
quello che noi musulmani chiamiamo rahmah” e che voi “avete piacere di chiamare caritas”.
Il principe giordano afferma che “un accordo teologico
completo tra cristiani e musulmani non sia inerentemente possibile per definizione”.
Tuttavia, si conferma la volontà di “mantenere ferma” l’attitudine comune e la “cooperazione
basata su quello in cui siamo d’accordo” per “l’interesse del bene comune e per il
bene del mondo intero”. Sempre in questi giorni, è stato pubblicato un messaggio dei
dotti musulmani rivolto ai cristiani per il Natale e l’anno nuovo. "La redenzione
del figlio di Abramo da parte di Dio - si legge nel messaggio - rimane fino ad oggi
una garanzia divina ed una forte lezione per tutti i seguaci delle fedi abramitiche,
per salvare e proteggere ogni singola vita umana e specialmente le vite dei bambini".
In questo periodo che vede coincidere le festività natalizie e la festa musulmana
dell'Hajj, i dotti augurano a cristiani e musulmani che il prossimo anno possa essere
"un anno di umile pentimento di fronte a Dio e di reciproco perdono dentro le comunità
e fra loro".