2007-12-24 15:00:10

Successo al cinema della fiaba “Come d’incanto”, che ripropone il mito di Biancaneve in chiave moderna


Natale è tempo di fiabe al cinema. Quest’anno, quella familiare, semplice e ricca di fantasia proposta dall’ultima pellicola prodotta dalla Walt Disney Come d’incanto supera decisamente per incassi e favori del pubblico la cupa e farraginosa vicenda cripto-gnostica de La bussola d’oro. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

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Nei giorni del Natale portiamo con noi molti dei ricordi della nostra infanzia, quelli che hanno caratterizzato la Santa Notte, il presepe e i regali, la Messa in ora tarda e il pranzo nel giorno della festa, spesso con le famiglie riunite e i piccoli per protagonisti. Sono giorni anche di vacanza: si cerca il riposo, si cerca lo svago. E il cinema ne può essere un ottimo strumento. Si possono vivere momenti di vero incanto, come in un film che già nel titolo riecheggia la ricchezza della fiaba e l’intelligenza della storia: avviene quando due mondi antitetici, quello del cartone animato e quello della realtà, si intersecano e si scambiano i personaggi. Questa volta, nella divertente e coloratissima pellicola di Kevin Lima, “Come d’incanto”, piena di splendide musiche, campione di incassi in America e in Italia – a sottolineare che dopo tanta violenza è l’evasione pura e il divertimento familiare e per tutti a richiamare l’interesse del pubblico – il mito di Biancaneve viene a sconvolgere una già sconvolta, rumorosa e frenetica New York: una principessa viene fatta precipitare da una matrigna cattiva in quel mondo, ossia il nostro, dove raramente le storie terminano con il classico “e tutti vissero felici e contenti”. Questa volta, però, le cose stanno diversamente, con veri topolini e colombe che aiutano la disorientata ragazza, con un bel principe azzurro a combattere il traffico caotico della metropoli americana, con una splendida ragazzina che sente il richiamo del mistero che ogni fiaba porta con sé, con un vero drago e veri incantesimi e un lieto fine di straordinaria freschezza e fantasia. Trionfo dei veri sentimenti, insomma, e certezza per le aspettative di chi, nel cinema, cerca il sorriso, quello proprio e dei figli. Il Natale è anche questo: non trovarsi abbagliati da pseudo-fiabe presuntuose, algide e affette da un cripto-gnosticismo, come quella proposta da “La bussola d’oro”, tratta dal primo capitolo della criticata trilogia di Philip Pullman, tacciato – e non senza ragione – di critica anti-cattolica, ma ribadire le esigenze di una cultura del divertimento che asseconda i sogni anche dei più grandi, quelli che nel mondo faticano, ben lo sappiamo, a “vivere felici e contenti”: difficile, ma non impossibile.
 
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