2007-12-24 15:55:30

In Thailandia, vince il partito dell'ex premier Thaksin esiliato dai militari


Come nelle previsioni, in Thailandia ha vinto il Partito del potere del popolo, legato all’ex premier Thaksin Shinawatra ora in esilio. Nonostante la mancanza della maggioranza assoluta, il PPP ha incassato l’appoggio di altri partiti per cui sarà possibile formare un nuovo governo. Il nostro servizio:RealAudioMP3

 
La Thailandia cerca di voltare pagina all’indomani delle prime elezioni dopo il colpo di Stato del 2006 che aveva causato l’esilio a Londra per il premier Thaksin Shinawatra, accusato di corruzione, ma anche l’imposizione del governo militare. Ad affermarsi nelle consultazioni sono comunque gli alleati dello stesso Thaksin che hanno trasformato il ricorso alle urne in un test per far rientrare in patria il leader politico. In attesa che la vicenda si risolva probabilmente con un’amnistia, il Partito del potere del popolo, ha ottenuto una vittoria importante ma non assoluta con 232 preferenze su 480. “Un’affermazione del popolo thailandese che irragionevolmente perse nel golpe del 2006”, così il leader del PPP. Necessario per governare il supporto di altri partiti che prontamente è arrivato. I risultati ufficiali sono attesi comunque a gennaio, dopo che sarà effettuato un nuovo conteggio. E nel Paese sembra ripartito il processo democratico: è finita infatti la doppia legislatura Thaksin-militari con quest’ultimi pronti a rientrare nel loro ruolo costituzionale come auspicato dallo stesso re Bhumibol nei giorni scorsi. Altro dato rilevante per il Paese la grande affluenza alle urne. La stessa Chiesa locale aveva invitato i cattolici, almeno 250mila nel Paese, a fare il loro dovere di cittadini.

Uzbekistan
L’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ritiene le elezioni di ieri in Uzbekistan “non democratiche”. Intanto, si attende la proclamazione senza sorprese del presidente Karimov, al potere dal 1989. La Commissione elettorale ha reso noto che l'attuale capo di Stato ha ottenuto l'88,1 per cento delle preferenze. Sentiamo Giuseppe D’Amato: RealAudioMP3

Nel pomeriggio la Commissione elettorale comunicherà i risultati ufficiali. A meno di clamorose sorprese, il presidente uscente Karimov verrà confermato per altri sette anni. A nulla sono valse le proteste dell’opposizione. In novembre, la Commissione elettorale ha ammesso alla consultazione il leader uzbeko, nonostante la costituzione lo vietasse per aver già svolto due mandati. Nel 2000, Karimov fu eletto con oltre il 90 per cento dei voti. Dopo il massacro di Andijan, nel maggio 2005, l’ex Repubblica sovietica ha cambiato alleanze, lasciando il fronte antiterrorista occidentale e ritornando a rapporti più stretti con Mosca. Pesanti sono le critiche delle organizzazioni umanitarie. Secondo diversi organismi, queste elezioni non rispecchiano gli standard democratici internazionali. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)
 
Russia
Saranno soltanto 70 gli osservatori dell’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, invitati dalla Russia per le presidenziali di marzo prossimo. Nelle scorse consultazioni avevano partecipato circa 400 membri dell'organizzazione.

Kirghizistan
Il Kirghizistan ha un nuovo premier. Si tratta del ministro dell’Industria e dell’Energia, Igor Chudinov, nominato dal presidente Bakiyev dopo la vittoria alle elezioni parlamentari anticipate. Consultazioni che l’opposizione interna e gli osservatori internazionali ritengono non valide.
 
India
Nelle elezioni, svoltesi nello stato indiano del Gujarat, si è riconfermato il partito nazionalista al potere. Il Bharatiya Janata Party ha ottenuto 117 dei 182 seggi del Parlamento locale. Per il partito del controverso leader nazionalista Narendra Modi, accusato di aver coperto la rivolta religiosa contro i musulmani nel 2002, si tratta della quarta vittoria consecutiva.

Libano
Il Libano cerca una via d’uscita per l’empasse politica nella quale si trova dopo la fine del mandato del presidente Lahoud. Il governo Siniora ha approvato oggi un disegno di legge per emendare l’articolo della costituzione che spianerebbe la strada all’elezione del generale Michel Suleiman. Per l’undicesima volta, il Parlamento è stato convocato il 29 dicembre prossimo. Intanto, la Siria ha accusato gli Stati Uniti di aver compromesso gli accordi per la scelta del nuovo presidente del Libano. Secondo il ministro dell’informazione di Damasco, Washington avrebbe vanificato gli sforzi siriani e francesi per avvicinare le posizioni dei libanesi.

Medio Oriente
Nuovo incontro oggi tra i negoziatori israeliani e palestinesi dopo il vertice di Annapolis, negli Stati Uniti. Resta la tensione sui piani edilizi di Israele a Gerusalemme est che l’Autorità Nazionale Palestinese considera come capitale del futuro Stato. Intanto, c'è ancora violenza nella Striscia di Gaza, due membri di Hamas sono stati uccisi e altri due sono rimasti feriti in un raid aereo israeliano. Nelle ultime settimane le azioni di Israele si sono intensificate in risposta al continuo lancio di razzi Qassam contro lo Stato ebraico, 20 le vittime.

Iraq
Ennesima giornata di violenza in Iraq. Un’autobomba, a Baghdad, ha provocato la morte di due persone ed il ferimento di altre 4 ma è un bilancio provvisorio. Alla periferia di Baquba, uomini armati hanno rapito 14 occupanti di un pullman fermati ad un falso posto di blocco. Intanto, in un grave incidente, avvenuto a 15 km a nord di Hilla, hanno perso la vita 13 persone, tra questi 12 bambini. L’auto sulla quale viaggiavano è stata investita da un treno merci ad un passaggio a livello.
 
Afghanistan
Vittime anche in Afghanistan. Quattro persone sono rimaste uccise in due distinti attacchi nella provincia di Kandahar, nel sud del Paese. Secondo le forze dell’ordine la responsabilità è degli insorti talebani che operano nella zona. Nella provincia di Kunar, invece, i servizi segreti hanno arrestato una donna che portava con sé, celato sotto il burqa, un giubbetto esplosivo per un attacco suicida. Intanto, una nuova escalation di violenza ha provocato in soli tre giorni sono oltre venti morti.

Iran
L’Iran sta per lanciare una gara d’appalto internazionale per la costruzione di 19 centrali nucleari da mille megawatt ciascuna. Proprio una settimana fa, la Russia ha ripreso la costruzione del primo reattore nucleare iraniano a Bushehr e ha dato l’avvio alle consegne di combustibile per alimentarlo.
 
Filippine
Clima distensivo nelle Filippine. Il nuovo esercito del popolo (NPA), braccio armato del Partito comunista delle Filippine (CPP), non lancerà attacchi in occasione delle feste natalizie e di fine d’anno. L’esercito di Manila, invece, aveva già dichiarato il cessate-il-fuoco dal 16 dicembre.

Somalia
Un contingente di un centinaio di soldati burundesi è arrivato oggi a Mogadiscio, in Somalia. I militari si uniscono all’avanguardia del contingente di pace africano, composto da altri 96 soldati giunti da Bujumbura nella notte tra sabato e ieri. Prepareranno il terreno ad ulteriori 800 uomini inviati dall’Unione africana per monitorare la situazione a Mogadiscio, da mesi in preda a scontri tra milizie islamiche e soldati somali appoggiati da truppe etiopi.
Egitto
Ad Alessandria d’Egitto è crollato un palazzo di 12 piani. Ancora incerto il numero delle vittime, al momento risultano 20 morti per la maggioranza donne e bambini. Continuano i lavori dei soccorritori per rimuovere le macerie e cercare eventuali sopravvissuti.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Chiara Calace)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 358

 
 
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