2007-12-22 15:35:13

La Comunità Papa Giovanni XXIII organizza una marcia a Roma contro la prostituzione


Una marcia anti-sfruttamento della prostituzione, ma anche nel ricordo di una figura come quella di don Oreste Benzi, recentemente scomparso, che contro la piaga della tratta femminile ha speso la vita. Si svolgerà questa sera a Roma con partenza alle 20.30 dalla Basilica di Santa Maria Maggiore. Ad organizzarla la Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste cui si uniranno alcuni movimenti di ispirazione cattolica. Si tratta, dunque, di scuotere l’opinione pubblica proprio nei giorni in cui il governo ha forse definitivamente archiviato l'idea di presentare un disegno di legge su questo problema. Ma perchè? Al microfono di Gabriella Ceraso risponde don Aldo Bonaiuto, che ha preso il posto di don Oreste alla guida della Comunità:RealAudioMP3


R. – Innanzitutto, per affermare una realtà che non può essere taciuta, perchè è sotto gli occhi di tutti. Sono più di 100 mila le ragazze schiavizzate sulle nostre strade; il 99,8 per cento sono straniere. Non dimentichiamo che sono minorenni e molte, comunque giovanissime, dai 18 ai 22 anni. Potrebbero essere nostre figlie. E’ una vergogna delle vergogne. Don Oreste lo gridava ovunque: il corpo non può essere mercificato.

 
D. – Quali sono le proposte?

 
R. – Diciamo 'no' alla legalizzazione, 'no' alla riapertura delle case chiuse, alle cooperative e ai quartieri a luci rosse; cioè 'no' a ghettizzare, a pensare di risolvere il problema spostando queste donne schiavizzate da un posto all’altro. Noi abbiamo anche avanzato una proposta di legge: fermare la domanda, attraverso delle pene amministrative, in modo che il cliente capisca che la persona è inviolabile.

 
D. – C'è chi sostiene che non tutte le donne si prostituiscono perché costrette. Secondo alcuni, c’è una percentuale di donne che sceglie di prostituirsi e, quindi, ha diritto di fare questa scelta. Lei cosa risponde a queste persone?

 
R. – Diciamo anche a loro che il corpo è sacro. Per noi cristiani la prostituzione è un male e un male non si può regolamentare. E, comunque, dietro questo atto c’è sempre uno stato di bisogno e di fragilità. Per cui noi siamo aperti anche per loro ad un dialogo, ma non per dire “andate avanti, continuate a prostituirvi”. Come diceva don Oreste, prima liberiamo le donne schiavizzate e poi vedremo quante ne restano sulle strade, nei night, nei locali a prostituirsi.

 
D. – Senta don Aldo, l’Osservatorio sulla prostituzione, voluto dal ministro Amato, serve a qualcosa? Cosa ne pensa?

 
R. – Tocca un tasto dolente, perché nelle conclusioni di quell’Osservatorio non c’era una parola su come attuare le vie della liberazione. Un documento inutile e dannoso. Inutile, perchè sono ripetute delle leggi già esistenti, e dannoso, perché, come diceva sempre don Oreste, qui si va verso una legalizzazione strisciante.

 
D. – In questa nuova iniziativa don Benzi non sarà presente…

 
R. – Spero che al suo posto ci saranno tante persone che credono nella giustizia e nella sacralità della vita, così che sarà un vero Natale.







All the contents on this site are copyrighted ©.