Il Consiglio dei Ministri iracheno ha ufficialmente dichiarato il 25 dicembre 2007
giornata di festa per la ricorrenza del Natale che quest’anno segue di soli pochi
giorni la festa islamica del Sacrificio. I cristiani in Iraq trascorreranno il Natale
come festa della speranza in un futuro migliore, sebbene siano ancora intimoriti e
vessati dalle minacce di terroristi e integralisti. Secondo quanto riferisce la Chiesa
Caldea – ripresa dall’agenzia Fides - a Baghdad la situazione è leggermente migliorata
da quando in città vi sono corpi di guardie armate che pattugliano i quartieri e controllano
i check-point, per garantire una sicurezza capillare. Segnale incoraggiante è stata
anche la riapertura di due chiese a Dora: quella Caldea di San Giovanni Battista,
e quella di Mart Shmoni, appartenente all’antica Chiesa Assira dell’Est. A Mosul e
nelle altre città irachene, ha riferito il Vescovo Caldeo, Monsignor Faraj P. Rahho,
le celebrazioni natalizie si terranno nelle ore diurne per garantire la sicurezza
dei fedeli. Nel Nord del Paese la situazione resta invece molto critica. Gli osservatori
internazionali hanno segnalato spostamenti forzati di popolazione nell’Iraq settentrionale
causati dai bombardamenti incessanti da parte della Turchia. Dal canto suo l’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha espresso grave preoccupazione
e ha inviato aiuti umanitari urgenti per le nuove colonie di profughi, fra i quali
molti cristiani. Nei giorni scorsi più di 1.800 persone (300 famiglie) nel governatorato
di Erbil sono scappate dalle loro case. Gli sfollati si sono spostati verso aree più
sicure e hanno riferito che dieci villaggi sono stati colpiti dai bombardamenti. Altre
famiglie stanno lasciando le loro case nel timore di bombardamenti contro i loro villaggi.
Tutti hanno lasciato i loro averi e si sono trasferite presso parenti o amici. Nel
Paese è già inverno e le condizioni di vita sono molto dure, particolarmente per le
famiglie ospitanti, che ora devono occuparsi di un maggior numero di persone. Le organizzazioni
umanitarie hanno inviato beni di prima necessità e articoli non alimentari come coperte,
materassi, stufe, lanterne, teli di plastica. Gli sfollati interni in Iraq sono in
totale circa due milioni e mezzo, mentre sono due milioni e 200 mila gli iracheni
fuggiti in Paesi limitrofi, principalmente in Siria ed in Giordania. Fra loro numerosi
cristiani che passeranno il Natale nella precarietà e nell’insicurezza. (E. B.)