2007-12-22 14:53:07

Il discorso del Papa alla Curia Romana: il commento del cardinale Hummes


Nell’imminenza del Natale, ieri, Benedetto XVI ha ricevuto la Curia Romana per il tradizionale scambio degli auguri natalizi. In tale occasione, il Papa si è soffermato sui momenti più significativi del suo magistero in questo anno che va a concludersi. Un’attenzione particolare il Pontefice l’ha dedicata al viaggio apostolico in Brasile e alla Conferenza dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi, ad Aparecida nel maggio scorso. Per una riflessione su questo discorso, Giovanni Peduto ha intervistato il cardinale brasiliano Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero:RealAudioMP3


R. – Io mi sono perfino un po’ commosso, sentendo il Papa parlare dell’America Latina, del Brasile, della V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e caraibico ad Aparecida, ponendo al centro del suo discorso questo grande avvenimento, che lui ha guidato e al quale lui è stato presente – una grande presenza, veramente! Mettere questo al centro del suo discorso – perché poi ha anche finito il suo discorso riferendosi ancora una volta ad Aparecida – vuol dire la grande importanza che egli ha dato alla questione della Chiesa in America Latina, del suo momento storico, della sua vita, delle sue decisioni per il futuro, a partire da questo grande evento. Questo evento è stato incentrato sulla questione che dobbiamo rinnovare il nostro discepolato a Gesù Cristo, di portare la gente, i battezzati che non sono stati sufficientemente evangelizzati, portarli all’incontro con Gesù Cristo affinché questo discepolato, questa fede, questa adesione cresca e si rinnovi continuamente finché tutti siamo entusiasti missionari di Gesù Cristo oggi, nel mondo di oggi. Tutto questo, affinché il mondo abbia vita. Poi, il Papa ha accennato – importantissimo! – alla questione della Cina, della Chiesa in Cina, che è una grande sfida. La Chiesa segue con grande amore la Cina, ha una grande passione per la Cina perché sappiamo quanto sia importante portare Gesù Cristo alla Cina. La strada è così difficile, oggi. Il Papa si è impegnato moltissimo e la Cina è al centro delle sue preoccupazioni, anche il fatto di ristabilire le vie del dialogo, dell’armonia con la Cina affinché la Chiesa abbia anche lì la possibilità di svilupparsi. Questa è una delle grandi preoccupazioni che il Papa ha fortemente sottoposto alla Chiesa e proposto alla Curia. Poi, il dialogo con le altre religioni, il dialogo interreligioso, sottolineando che il dialogo con le altre religioni non indebolisce il nostro diritto e il nostro dovere di fare missione, ossia di annunciare Gesù Cristo. Così come è stato fatto in America Latina, ad Aparecida, proponendo nuovamente e fortemente la missione. E poi anche i giovani: il Papa ha sottolineato molto la questione dei giovani, è molto coinvolto con i giovani anche per l’eredità ricevuta da Giovanni Paolo II ...

 
D. – Eminenza, a proposito di Aparecida: si cominciano a vedere i frutti in America Latina di questo grande avvenimento?

 
R. – Sì, perché prima di tutto vuol dire che c’era la necessità che tutti prendessero conoscenza del contenuto, non soltanto dell’avvenimento come tale, che è stato già una grande spinta per tutti a riprendere l’interesse verso Dio nel mondo, nella storia e nella vita della Chiesa. L’avvenimento stesso, la visita del Papa ... però, anche prendere conoscenza delle conclusioni, del documento conclusivo che poi, alla fine, è un libro! Prenderne conoscenza affinché si possa iniziare a mettere in pratica queste decisioni. Questo, ovviamente, è un lavoro che dev’essere fatto prima di tutto nelle Conferenze episcopali di ciascuna nazione, poi dal Consiglio episcopale dell’America Latina, il CELAM, ovviamente. Poi, ogni diocesi, ogni parrocchia, ogni comunità deve prendere conoscenza e cercare di fare di questo un grande programma di vita e di attuazione in America Latina ...

 
D. – L’America Latina viene chiamata “il continente della speranza”, e proprio all’inizio dell’Avvento, Papa Benedetto XVI ci ha donato l’enciclica sulla speranza. Una sua riflessione, eminenza, sulla speranza cristiana ...

 
R. – Io credo che sia stato importantissimo rilanciare la speranza, perché la cultura attuale, il mondo attuale è un po’ senza speranza, senza molti orizzonti per il futuro davanti a sé. La cultura attuale ha perso il contenuto fondamentale di quanto dà forza e vita alla speranza, che è Dio! Se perdiamo Dio, perdiamo la speranza, perché allora non c’è futuro. Il futuro sarà la morte, il nulla, il nichilismo. Allora, in che cosa vale ancora la pena di investire una vita, se non c’è Dio, se non c’è una vita immortale dopo questa vita terrena? Ecco: rilanciare ancora questi grandi contenuti della nostra fede, questi contenuti che, per certi versi, possono anche essere raggiunti per il tramite della ragione umana, non sono irrazionali, sono ragionevoli perché Dio è anche la ragione di tutto, il “logos” di tutta la verità. Significa che non è qualcosa di irragionevole: no! Anche la ragione umana può raggiungere questi grandi contenuti della speranza! Rilanciare la speranza, credo che sia un grande servizio che il Papa presta all’umanità, alla Storia ...

 
D. – Natale è alle porte. Ma fare memoria della venuta del Figlio di Dio tra gli uomini, cosa può significare per l’uomo d’oggi, per il mondo d’oggi, eminenza?

 
R. – Il Natale è una memoria, perché Gesù è nato 2000 anni fa. La Chiesa, dunque, celebra la memoria di questa nascita. Però, non è semplicemente la memoria di un fatto, di un evento, di un avvenimento rimasto relegato nel passato. No, non è rimasto nel passato! Per la Chiesa, è una realtà, un avvenimento che ancora oggi è vivo, presente con i suoi contenuti, la sua forza nel presente. Vuol dire che è una memoria che è presente ancora oggi, tramandata attraverso i secoli, e sarà così anche nel futuro. La Chiesa ha una storia, un passato, un presente e un futuro. E questo è il contributo, anche, che la Chiesa può dare al mondo di oggi, che ha un po’ perso il senso della storia.

 
D. – Eminenza, il suo augurio natalizio ai nostri ascoltatori:

 R. – Che tutti rinnovino la loro speranza!







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