2007-12-20 15:30:07

Si celebra oggi la Giornata dei diritti dei disabili mentali


Colpisce a vari livelli e in modo crescente. Solo in Italia interessa il 20 % circa della popolazione, soprattutto tra i 18 e i 45 anni. E’ il disagio mentale. Oggi si celebra la 36° Giornata dedicata dall’ONU ai diritti di chi soffre di handicap mentali, “una vera e propria emergenza socio-sanitaria” secondo le parole di Benedetto XVI. Se molte associazioni denunciano la carenza di interventi legislativi e di sostenibilità finanziaria dei servizi pubblici, gli psichiatri in materia di diritti sono più ottimisti, come conferma la microfono di Gabriella Ceraso il prof. Carmine Munizza già presidente della Associazione italiana di psichiatria:RealAudioMP3


R. – Parliamo, ovviamente, di patologie molto gravi, come la schizofrenia, che sono patologie che hanno bisogno di un trattamento a lunghissimo termine e, quindi, sono in grado di condizionare la vita di una famiglia. Su questo non c’è dubbio. Perché ci sono dei casi in cui dalla schizofrenia si guarisce dopo una prima crisi, ma oltre il 50 per cento ha delle ricadute, dei peggioramenti e quant’altro. Quindi, che ci sia un peso sulle famiglie è indiscutibile. E’ un dato oggettivo, come per tutte le patologie croniche. Un malato psichiatrico, che ha grossi problemi di assistenza, può vivere molto a lungo. Quindi, il peso per le famiglie è sicuramente grande.

 
D. – Quindi, cosa si fa e che cosa si potrebbe ancora fare?

 
R. – Le famiglie quando si lamentano hanno ragione. E’ una sofferenza, rispetto al loro congiunto, rispetto al tempo che devono spendere nei confronti del loro congiunto, rispetto a tutto. E’ una situazione molto difficile e complicata. Ci sono servizi per situazioni in cui i pazienti possono stare a casa e sono in grado di usare prestazioni e di avere un’assistenza ambulatoriale e domiciliare, servizi che hanno le strutture e il personale adatto. Nelle situazioni in cui la famiglia non c’è o le situazioni del paziente sono tali da non poter stare in famiglia, bisogna ricorrere alle strutture intermedie che, ripeto, per quanto riguarda la psichiatria sono a carico del Servizio sanitario nazionale.

 
D. – Ricchi e poveri, Nord e Sud, per i disabili mentali ci sono differenze?

 
R. – E’ chiaro che le condizioni sociodemografiche, le condizioni socioeconomiche disagiate, in qualche modo, incidano sull’esplosione di situazioni psichiatriche gravi. Le faccio un esempio. Probabilmente sia lei che io abbiamo una struttura biologica tale che se non ci capita niente nella vita, probabilmente non si manifesta niente. Ma se ci capitano degli eventi stressanti e si fa abuso di sostanze e quant’altro, questa situazione latente può esplodere. E’ chiaro che in condizioni sociodemografiche più infelici, più povere, è più facile che questa situazione di eventi stressanti legati all’esistenza possa far esplodere situazioni di crisi. Non è che la povertà sia in qualche modo causa di malattia, ma può provocare una situazione di accelerazione rispetto alla situazione esistenziale, che se non ci fosse questa situazione contestuale sfavorevole, probabilmente l’evento patologico non si manifesterebbe mai.







All the contents on this site are copyrighted ©.