2007-12-19 12:23:04

I cristiani testimonino la verità del mistero del Natale: così, Benedetto XVI nell’ultima udienza generale del 2007. L’auspicio del Papa affinché la Nascita di Gesù porti pace e giustizia all’umanità


Ogni cristiano ha il dovere di annunciare la verità del Natale, la nascita del Bambino di Betlemme che ha cambiato la storia dell’uomo: è l'esortazione di Benedetto XVI rivolta ai fedeli, in occasione della 44.ma ed ultima udienza generale del 2007, tenutasi in Aula Paolo VI. Il Papa ha auspicato che in questo Natale si concretizzino le speranze di pace e giustizia dell’umanità. Intanto, la Prefettura della Casa Pontificia ha reso noto che oltre 624 mila pellegrini hanno preso parte nel 2007 al tradizionale appuntamento del mercoledì in Piazza San Pietro o in Aula Paolo VI. Ma torniamo all’udienza di stamani, avvenuta in un clima festoso corredato da canti e cori natalizi, con il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


(Canti)

L’intera esistenza dell’uomo è un’attesa, animata per i cristiani dalla speranza evangelica: è la riflessione di Benedetto XVI, che ha sottolineato come l’Avvento, “per antonomasia tempo di vigile attesa” ci spinga a ripercorrere spiritualmente le emozioni trepidanti di Maria e Giuseppe nei giorni che precedettero la prodigiosa nascita di Gesù. Il discepolo di Cristo è allora chiamato, soprattutto in questo tempo, a predisporre il cuore ad accogliere “il Signore che viene”:

 
“L’attesa del credente si fa allora interprete delle speranze dell’intera umanità, che anela, talora persino in modo inconsapevole, alla salvezza che solo Dio può donarci”.

 
Le invocazioni proposte in questi giorni della Novena di Natale, ha aggiunto, esprimono l’attesa per il dono della Nascita del Salvatore promesso. Un avvenimento che chiede ad ognuno di noi di predisporre una “degna dimora non soltanto nell’ambiente attorno a noi, ma soprattutto nel nostro animo”. Il Papa ha poi aggiunto a braccio una riflessione sul senso della vigilanza nel tempo dell’Avvento. “La vigilanza – ha detto - vuol dire vivere sotto gli occhi del Giudice e preparare noi stessi così come il mondo per la Giustizia”. In questo modo, ha proseguito, “vivendo sotto gli occhi del Dio Giudice possiamo aprire il mondo per la venuta di suo Figlio, possiamo predisporre il cuore ad accogliere il Signore che viene”:

 
“Forse oggi noi, anche credenti, non aspettiamo realmente il Giudice, ma aspettiamo tutti la giustizia, perchè vediamo tante ingiustizie nel mondo, nel nostro piccolo mondo della casa e del quartiere e nel grande mondo degli Stati, delle società. Aspettiamo che ci sia giustizia. Ma giustizia è un concetto astratto. Chi fa giustizia? Aspettiamo che venga chi può fare giustizia. In questo senso preghiamo realmente: 'Vieni, Gesù Cristo come giudice nel tuo modo!' Il Signore sa come entrare nel mondo e creare giustizia”.

  Quindi, il Papa ha rivolto il pensiero a come oggi, nel nostro mondo secolarizzato, caotico, si guardi alla Nascita del Signore. Ed ha esortato i credenti a testimoniare il mistero della Salvezza che reca con sé la celebrazione del Natale:

 
“Se non si riconosce che Dio si è fatto uomo, che senso ha festeggiare il Natale? Dobbiamo innanzitutto noi cristiani riaffermare con convinzione profonda e sentita la verità del Natale di Cristo per testimoniare di fronte a tutti la consapevolezza di un dono inaudito che è ricchezza non solo per noi, ma per tutti”.

 
Da questo mistero, ha avvertito, scaturisce il dovere dell’evangelizzazione, che è proprio “la comunicazione” di questa Buona Notizia. Un dovere, ha aggiunto, che è stato richiamato di recente dalla Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sull’evangelizzazione. Papa Benedetto ha, dunque, invocato il Signore che viene affinché doni pace all’umanità :

 
“Cari amici, in questa ormai immediata preparazione al Natale la preghiera della Chiesa si fa più intensa, affinché si realizzino le speranze di pace e di salvezza di cui ancora oggi il mondo ha urgentemente bisogno. Chiediamo a Dio che la violenza sia vinta dalla forza dell’amore, le contrapposizioni cedano il posto alla riconciliazione, la volontà di sopraffazione si trasformi in desiderio di perdono, di giustizia e di pace”.

 
Il messaggio di solidarietà e di accoglienza che proviene dal Natale, è stata la sua esortazione, “contribuisca a creare una più profonda sensibilità verso le vecchie e le nuove forme di povertà, verso il bene comune a cui tutti sono chiamati a partecipare”. Il Natale sia per tutti “festa della pace e della gioia”, è stato l’auspicio del Papa che ha chiesto al Signore di aprire il nostro animo “perché possiamo entrare nel mistero del suo Natale”. Infine, una dolce invocazione alla Madre del Bambino di Betlemme:

 
“Maria che ha donato il suo grembo verginale al Verbo di Dio, che lo ha contemplato bambino tra le sue braccia materne e che continua ad offrirlo a tutti quale Redentore del mondo, ci aiuti a fare del prossimo Natale un’occasione di crescita nella conoscenza e nell’amore di Cristo”.

 (Canti)







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