I cristiani testimonino la verità del mistero del Natale: così, Benedetto XVI nell’ultima
udienza generale del 2007. L’auspicio del Papa affinché la Nascita di Gesù porti pace
e giustizia all’umanità
Ogni cristiano ha il dovere di annunciare la verità del Natale, la nascita del Bambino
di Betlemme che ha cambiato la storia dell’uomo: è l'esortazione di Benedetto XVI
rivolta ai fedeli, in occasione della 44.ma ed ultima udienza generale del 2007, tenutasi
in Aula Paolo VI. Il Papa ha auspicato che in questo Natale si concretizzino le speranze
di pace e giustizia dell’umanità. Intanto, la Prefettura della Casa Pontificia ha
reso noto che oltre 624 mila pellegrini hanno preso parte nel 2007 al tradizionale
appuntamento del mercoledì in Piazza San Pietro o in Aula Paolo VI. Ma torniamo all’udienza
di stamani, avvenuta in un clima festoso corredato da canti e cori natalizi, con il
servizio di Alessandro Gisotti:
(Canti)
L’intera
esistenza dell’uomo è un’attesa, animata per i cristiani dalla speranza evangelica:
è la riflessione di Benedetto XVI, che ha sottolineato come l’Avvento, “per antonomasia
tempo di vigile attesa” ci spinga a ripercorrere spiritualmente le emozioni trepidanti
di Maria e Giuseppe nei giorni che precedettero la prodigiosa nascita di Gesù. Il
discepolo di Cristo è allora chiamato, soprattutto in questo tempo, a predisporre
il cuore ad accogliere “il Signore che viene”:
“L’attesa
del credente si fa allora interprete delle speranze dell’intera umanità, che anela,
talora persino in modo inconsapevole, alla salvezza che solo Dio può donarci”. Le
invocazioni proposte in questi giorni della Novena di Natale, ha aggiunto, esprimono
l’attesa per il dono della Nascita del Salvatore promesso. Un avvenimento che chiede
ad ognuno di noi di predisporre una “degna dimora non soltanto nell’ambiente attorno
a noi, ma soprattutto nel nostro animo”. Il Papa ha poi aggiunto a braccio una riflessione
sul senso della vigilanza nel tempo dell’Avvento. “La vigilanza – ha detto - vuol
dire vivere sotto gli occhi del Giudice e preparare noi stessi così come il mondo
per la Giustizia”. In questo modo, ha proseguito, “vivendo sotto gli occhi del Dio
Giudice possiamo aprire il mondo per la venuta di suo Figlio, possiamo predisporre
il cuore ad accogliere il Signore che viene”:
“Forse
oggi noi, anche credenti, non aspettiamo realmente il Giudice, ma aspettiamo tutti
la giustizia, perchè vediamo tante ingiustizie nel mondo, nel nostro piccolo mondo
della casa e del quartiere e nel grande mondo degli Stati, delle società. Aspettiamo
che ci sia giustizia. Ma giustizia è un concetto astratto. Chi fa giustizia? Aspettiamo
che venga chi può fare giustizia. In questo senso preghiamo realmente: 'Vieni, Gesù
Cristo come giudice nel tuo modo!' Il Signore sa come entrare nel mondo e creare giustizia”.
Quindi, il Papa ha rivolto il pensiero
a come oggi, nel nostro mondo secolarizzato, caotico, si guardi alla Nascita del Signore.
Ed ha esortato i credenti a testimoniare il mistero della Salvezza che reca con sé
la celebrazione del Natale:
“Se non si riconosce
che Dio si è fatto uomo, che senso ha festeggiare il Natale? Dobbiamo innanzitutto
noi cristiani riaffermare con convinzione profonda e sentita la verità del Natale
di Cristo per testimoniare di fronte a tutti la consapevolezza di un dono inaudito
che è ricchezza non solo per noi, ma per tutti”. Da
questo mistero, ha avvertito, scaturisce il dovere dell’evangelizzazione, che è proprio
“la comunicazione” di questa Buona Notizia. Un dovere, ha aggiunto, che è stato richiamato
di recente dalla Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sull’evangelizzazione.
Papa Benedetto ha, dunque, invocato il Signore che viene affinché doni pace all’umanità
:
“Cari amici, in questa ormai immediata preparazione
al Natale la preghiera della Chiesa si fa più intensa, affinché si realizzino le speranze
di pace e di salvezza di cui ancora oggi il mondo ha urgentemente bisogno. Chiediamo
a Dio che la violenza sia vinta dalla forza dell’amore, le contrapposizioni cedano
il posto alla riconciliazione, la volontà di sopraffazione si trasformi in desiderio
di perdono, di giustizia e di pace”. Il
messaggio di solidarietà e di accoglienza che proviene dal Natale, è stata la sua
esortazione, “contribuisca a creare una più profonda sensibilità verso le vecchie
e le nuove forme di povertà, verso il bene comune a cui tutti sono chiamati a partecipare”.
Il Natale sia per tutti “festa della pace e della gioia”, è stato l’auspicio del Papa
che ha chiesto al Signore di aprire il nostro animo “perché possiamo entrare nel mistero
del suo Natale”. Infine, una dolce invocazione alla Madre del Bambino di Betlemme:
“Maria
che ha donato il suo grembo verginale al Verbo di Dio, che lo ha contemplato bambino
tra le sue braccia materne e che continua ad offrirlo a tutti quale Redentore del
mondo, ci aiuti a fare del prossimo Natale un’occasione di crescita nella conoscenza
e nell’amore di Cristo”. (Canti)