2007-12-19 15:14:59

A Sapporo, 13.mo incontro tra vescovi giapponesi e coreani sul tema “Il martirio in Corea e Giappone”


I martiri asiatici: elemento di unione fra la Chiesa coreana e quella giapponese. E’ quanto emerge dall’incontro fra i vescovi giapponesi e coreani riunitisi a Sapporo per il 13.mo incontro di interscambio culturale e spirituale incentrato sul tema “Il martirio in Corea e Giappone”. A tutti i presuli è stata presentata la relazione del dott. Lee Won-soon, professore emerito dell’Università di Seul, sul tema “La persecuzione della Chiesa”. Padre Francis Mizobe Osamu, responsabile della Commissione episcopale del Giappone per i processi di Beatificazione e Canonizzazione, ha illustrato l’itinerario della proclamazione dei 188 martiri giapponesi, nella celebrazione del novembre 2008 a Nagasaki. Dei 188 martiri, uccisi nel XVII secolo, 183 erano laici e 5 sacerdoti, fra i quali il Gesuita Petro Kibe. La Causa per la loro Beatificazione, iniziata negli anni ottanta, si è conclusa il primo giugno 2007 con l’approvazione della Congregazione per le Cause dei Santi e la firma di Papa Benedetto XVI. Fra i martiri del Giappone riconosciuti dalla Chiesa vi sono già Paolo Miki e i suoi compagni, Grazia Hosawaka, Ludovico Ibaragi, Michael Kozaki e Takayam Ukon. Fra i martiri coreani, i santi Andrea Kim Taegon e i suoi 103 compagni, canonizzati nel 1984 a Seul da Giovanni Paolo II. Nel 2004 si è aperta a Seul una nuova Causa di Beatificazione, quella del Servo di Dio Paul Yun Ji-chung e dei suoi 123 compagni, torturati e uccisi nel 1791. Nel 2006 la diocesi di Incheon ha iniziato il processo di Beatificazione di John Song Hae-bung, un missionario laico martirizzato durante la Guerra di Corea (1950-1953). Infine nel 2007 le diocesi coreane di Chunchon e Hamhung hanno iniziato il processo di Beatificazione di alcuni martiri, morti fra il 1940 e il 1950, nelle aree di Gangwon-do e Hamgyeong-do. (C.C.)







All the contents on this site are copyrighted ©.