2007-12-16 14:50:52

Benedetto XVI all'Angelus: la gioia per l'uomo è in Gesù che viene, non nell'illusione procurata dal piacere senza Dio. Il Papa ha benedetto i Bambinelli per i presepi dei ragazzi romani


E’ vera gioia quella che si trasforma in solidarietà per amore di Dio, non quella “illusoria” inseguita nei “paradisi artificiali” del piacere dove Dio non esiste. Sono state parole forti quelle che hanno caratterizzato, a mezzogiorno di oggi, l’Angelus di Benedetto XVI. Il Papa - che nella mattinata aveva presieduto la Messa di dedicazione di una nuova parrocchia romana - ha parlato del significato della gioia cristiana nell’ottica del Natale ed ha terminato la preghiera mariana con la tradizionale benedizione dei Bambinelli per i presepi dei ragazzi romani. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


Lo ha detto il Papa, con chiarezza: c’è chi sbaglia strada, a Natale. La sbaglia chi non attende la gioia che porta il Bambino, ma va in caccia dei piaceri che offrono gli altri “paradisi” come la droga. Felicità artificiose, vicinissime alla disperazione che pretendono di camuffare, ma molto lontane dalla serenità che deriva dalla consapevolezza che scava nell’anima e dice che Dio è vicino, un Bambino venuto per restare sempre accanto all’uomo, alla sua gioia ma anche al suo dolore. Benedetto XVI ha giocato su questo contrasto il pensiero dell’Angelus nella terza Domenica di Avvento, centrata sulla frase di San Paolo “Rallegratevi sempre nel Signore” e fonte di quella “speranza” con la quale, ha detto il Pontefice, i cristiani attendono “la seconda venuta di Cristo” poiché hanno “conosciuto la prima”:

 
“Il mistero di Betlemme ci rivela il Dio-con-noi, il Dio a noi prossimo, non semplicemente in senso spaziale e temporale; Egli ci è vicino perché ha “sposato”, per così dire, la nostra umanità (…) La gioia cristiana scaturisce pertanto da questa certezza: Dio è vicino, è con me, è con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele. E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo della persona che a Dio si affida e in Lui confida”.

 
La domanda di tanti oggi è stata anche la domanda del Papa: ma è ancora possibile questa gioia, ai giorni nostri? “La risposta - ha constatato Benedetto XVI - la danno, con la loro vita, uomini e donne di ogni età e condizione sociale, felici di consacrare la loro esistenza agli altri”:

 
“La Beata Madre Teresa di Calcutta non è stata forse, nei nostri tempi, una testimone indimenticabile della vera gioia evangelica? Viveva quotidianamente a contatto con la miseria, il degrado umano, la morte. La sua anima ha conosciuto la prova della notte oscura della fede, eppure ha donato a tutti il sorriso di Dio”.

 
Madre Teresa è stata la dimostrazione vivente del fatto che la la gioia, come ha affermato il Papa, “entra nel cuore di chi si pone al servizio dei piccoli e dei poveri”. Invece, ha proseguito Benedetto XVI, se “si fa della felicità un idolo, si sbaglia strada ed è veramente difficile trovare la gioia di cui parla Gesù”:

 
“E’ questa, purtroppo, la proposta delle culture che pongono la felicità individuale al posto di Dio, mentalità che trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo, nel diffondersi dell’uso di droghe come fuga, come rifugio in paradisi artificiali, che si rivelano poi del tutto illusori”.

 
Anche a Natale, è stata la considerazione finale del Papa, si può "scambiare la vera festa con quella che non apre il cuore alla gioia di Cristo. La Vergine Maria - è stato l'auspicio del Pontefice - aiuti tutti i cristiani, e gli uomini in cerca di Dio, a giungere fino a Betlemme, per incontrare il Bambino che è nato per noi, per la salvezza e la felicità di tutti gli uomini”. Al momento dei saluti in quattro lingue alle migliaia di fedeli in Piazza San Pietro, Benedetto XVI è stato acclamato dai moltissimi ragazzi e ragazze romani venuti all’Angelus per chiedere al Papa di benedire i Bambinelli per i loro presepi. E Benedetto XVI ha risposto loro così:

 
“Carissimi, con tanto affetto auguro un buon Natale a voi e ai vostri familiari. E mentre ringrazio il Centro Oratori Romani che organizza questa bella iniziativa, esorto i sacerdoti, i genitori e i catechisti a collaborare con entusiasmo per l’educazione cristiana dei più piccoli”.







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